28 agosto 2025
Aggiornato 04:30
Turismo & Crisi

Barcellona studia una «tassa di soggiorno»

La capitale catalana ipotizza una misura già in vigore a Parigi: un euro per visitatore. Lo scrive oggi il quotidiano catalano La Vanguardia

BARCELLONA - Anche Barcellona, come già Parigi, potrebbe applicare in futuro una tassa sui soggiorni turistici, dell'ordine di un euro per visitatore. Lo scrive oggi il quotidiano catalano La Vanguardia, secondo cui l'ente del turismo della metropoli mediterranea, Turisme Barcelona, sta ipotizzando di ricorrere a questa forma di finanziamento per compensare i tagli di bilancio sul fronte delle dotazioni fiscali ordinarie.

Mecca del turismo europeo - anche low cost - nell'ultimo decennio, Barcellona seguirebbe così la strada di Parigi (dove la tassa di soggiorno fu introdotta nel 1910) e di altre metropoli come New York, dove la hotel tax costa in media 3,50 dollari a notte. Gli introiti a Barcellona potrebbero facilmente ascendere a 15-20 milioni di euro all'anno, soprattutto se la tassa fosse estesa a tutta la Catalogna. Il prelievo sarebbe del valore di circa un euro per visitatore indipendentemente dalla lunghezza del soggiorno, e sarebbe applicato dagli alberghi.

Oggi il sindaco di Barcellona, Jordi Hereu, ha chiesto al governo centrale di Madrid una normativa statale che consenta questo tipo di iniziativa in tutta la Spagna: secondo il primo cittadino, l'idea della tassa di soggiorno «sta facendo progressi». E di sicuro si tratta di un modello a cui puntano altri paesi e città europee come Roma, dove l'amministrazione municipale di centrodestra sta insistendo per la sua adozione.