19 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Dalle mozzarelle ai Kiwi

In Piemonte un altro allarme Pseudomonas

L'assessore regionale all'agricoltura: «Tavolo urgente per debellarlo. La malattia avanza»

TORINO - Mentre l'allarme mozzarelle blu dal Piemonte sta dilagando in Europa, dalla stessa Regione parte un'altra allerta, che non è ancora emergenza ma potrebbe diventarlo. E' l'allarme kiwi. Sarebbero sempre loro i responsabili, gli Pseudomonas, un genere di batteri appartenenti alla diffusissima famiglia delle Pseudomonadaceae. E mentre per il formaggio color puffo la Procura di Torino attende gli esiti ufficiali delle analisi dell'istituo zooprofilattico di Torino, l'assessore regionale all'agricoltura Claudio Sacchetto convoca per mercoledì 23 giugno un incontro urgente per discutere del problema della batteriosi del kiwi. Lo coordineranno i tecnici fitosanitari e l'Università degli Studi di Torino. L'Italia è il primo Paese produttore al mondo e il Piemonte, con 84.500 tonnellate e 4.500 ettari, figura ai vertici delle regioni italiane per produzione, seconda soltanto al Lazio.

«È fondamentale muoversi con tempestività per bloccare il diffondersi del batterio nella nostra regione - commenta l'assessore regionale all'agricoltura Claudio Sacchetto in una nota - ecco perché ci stiamo muovendo con i tecnici del Creso e l'Università affinché si possa avere al più presto una mappatura completa delle zone colpite per bloccare l'avanzata della malattia».
«Dopo le preoccupazioni espresse dai coltivatori nelle scorse settimane - spiega - per la comparsa anche in Piemonte di alcuni focolai di infezione della nuova batteriosi Psa - Pseudonomas syringae pv. Actinidiae, avevo manifestato apertamente la volontà di correre ai ripari in tempi brevi e questo incontro non è che il primo passo».

E parte dal Piemonte l'idea di tutelare i consumatori e gli agricoltori con una certificazione. «È necessario - commenta Sacchetto - tutelare anche le piante di kiwi con l'introduzione del passaporto verde, al momento non previsto per questo tipo di frutto, così come già avviene per le altre specie vegetali».

Scoperto in Giappone, il batterio è stato riscontrato per la prima volta in Italia oltre 15 anni fa nel Lazio, prima, e in Veneto, poi. La malattia colpisce soprattutto le varietà a polpa gialla, che appartengono alla specie Actinidia chinensis, ma l'infezione è in grado di passare anche su quelle a polpa verde, quali Hayward (A. deliciosa). Le temperature miti in autunno e in primavera favoriscono la moltiplicazione del batterio; l'umidità e le piogge svolgono, invece, un ruolo primario nel disperdere le cellule batteriche. Insetti, uccelli, gelate tardive, grandinate e violenti temporali non fanno che agevolare la diffusione di questo patogeno, che si manifesta con tipici cancri sul tronco e sui tralci della pianta.