Epifani a Marchionne: non mi piacciono i ricatti
Il sindacalista della CGIL: «Il piano è una sfida in cui il sindacato deve provare a stare»
ROMA - «No ai ricatti». Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, risponde così dai microfoni del Tg3 all'aut-aut di Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat che ieri ha illustrato il piano industriale dell'azienda chiedendo ai lavoratori più flessibilità. «E' una sfida nella quale il sindacato deve provare a stare. Dopo di che non mi piacciono i ricatti. Direi che è il lato B di Marchionne», ha detto Epifani.
Per il segretario generale il «problema di fondo è trovare una mediazione tra il bisogno dell'impresa, di fronte a un investimento, di rendere gli impianti più flessibili e una salvaguardia di un minimo di condizione dei lavoratori rispetto a turni massacranti, a riduzioni di pausa, a mensa spostata, perchè naturalmente un lavoratore è anche una persona», Quanto al piano nel suo complesso e al suo realismo per Epifani «intanto è sicuramente un piano di svolta. Due debolezze, la Fiat e la Chrysler che si misurano con un piano molto ambizioso». Realistico? «Dipenderà dalla qualità dei modelli, perchè in un mercato che cresce meno della capacità produttiva o la Fiat è in condizione di investire in modelli di qualità oppure quel piano non si potrà definire».
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