5 maggio 2024
Aggiornato 12:00

Microsoft e Google: la sfida si sposta sull’energia

Intanto il 9 aprile a Parigi vertice Francia-Italia sul nucleare

La grande novità nello scontro a distanza fra Microsoft e Google, i due giganti delle nuove tecnologie, è che il terreno della disputa si sta spostando dai motori di ricerca, dalla pubblicità on line, dalla posta elettronica, dalle applicazioni software, al mondo inedito per tutti e due dell’energia.
La notizia è che Bill Gates ha stretto una alleanza con la giapponese Toshiba per produrre centrali nucleari tascabili. Una intrusione annunciata dai giornali di Tokyo che i mercati finanziari hanno mostrato di gradire particolarmente, tanto che il titolo Toshiba in una sola seduta ha guadagnato il 3,6 per cento.
La novità avrà invece fatto arricciare il naso dalle parti di Mountain View. I due genietti di Google hanno infatti fatto una scelta di campo del tutto diversa da quella che vuole intraprendere Microsoft: hanno infatti puntato da tempo sulle energie rinnovabili, posseggono partecipazioni in società che producono energia solare e recentemente hanno investito parecchio su una tecnologia simile a quella che porta il nome di Carlo Rubbia e sfrutta il principio degli specchi di Archimede per immagazzinare l’energia che viene dal sole.
La strada battuta da Bill Gates è invece l’ultima frontiera in fatto di energia atomica. Si basa sulla convinzione che il piccolo è bello sarà vincente anche nelle centrali nucleari.
Alla realizzazione di un reattore portatile lavora infatti da tempo Nathan Myhrvold, l’ex capo tecnologico di Microsoft.

La novità del progetto sul quale punta Microsoft, attraverso TerraPawer, uno spin out atomico della galassia di Myhrvold che fa capo a Billa Gates, è che il nuovo reattore utilizza come combustibile pasticche di uranio esaurito, che consentono la sua utilizzazione per decenni senza bisogno di essere ricaricato. In questo modo si allungherebbe di secoli la possibilità di attingere alle riserve di uranio.
Inoltre Toshiba sta aspettando di essere autorizzata dalle autorità a produrre un prototipo di centrale in grado di funzionare senza interruzione per trenta anni.

Ma Bill Gates non è solo nella ricerca del nucleare tascabile.
Ci sono gruppi come la Babcock&Wilcox, pronti a partire con centrali low cost da 125-140 megawatt: l’investimento previsto è di circa 750 milioni di dollari contro i 5-10 miliardi di dollari di un reattore tradizionale da 1.100 megawatt.
Questo mini-impianto ha inoltre un bisogno ridotto di acqua, può essere interamente interrato e quindi riduce ulteriormente il rischio di incidenti.
Hyperion una start up che sfrutta un brevetto dei laboratori di Los Alamos punta addirittura su un reattore da 25 megawatt che può rifornire energia a 20 mila famiglie e si può spostare agevolmente con un piccolo pickup.

Chi sa se questo scenario innovativo entrerà anche nell’agenda del vertice Francia –Italia previsto per il 9 aprile a Parigi, il cui piatto forte saranno proprio gli accordi fra imprese italiane e francesi per il nucleare.
Come è noto il colosso francese Areva si prepara a fornire reattori alle 4 centrali nucleari che l’Enel ha in progetto di costruire.
Purtroppo il polverone politico che sta accompagnando le elezioni regionali ha finora impedito qualsiasi approfondimento su un tema così nevralgico come il nucleare. Un approfondimento che dovrebbe partire proprio dalle tecnologie che saranno prescelte.
Siamo infatti sicuri che i francesi oggi siano al top in fatto di tecnologia nucleare?
Probabilmente sarà difficile ottenere risposte adeguate in proposito perché è facile immaginare che finito il silenzio stampa, al quale opportunisticamente si sono dedicati i candidati di tutti i colori politici, a breve monterà un altro spesso banco di nebbia provocato dalla scelta dei siti.
Ancora una volta, a distanza di oltre venti anni dal referendum, a prevalere saranno quindi le emozioni, i pregiudizi, gli egoismi, gli isterismi a danno della scienza, cioè dell’unica fonte alla quale invece ci si dovrebbe rivolgere per avere risposte attendibili.
Infine vale la pena di ricordare che l’atomo ha conosciuto i primi vagiti in Italia, a Roma, nella mitica via Panisperna, grazie al mitico gruppo guidato da Enrico Fermi.
Le leggi razziali e la diaspora di scienziati che provocò ci privò di raccogliere i frutti di quella leadership.
Nel dopoguerra furono le ideologie a renderci orfani di giganti della fisica e dell’atomo come Pontecorvo.
Negli anni sessanta furono i petrolieri a bloccare l’atomo facendo scattare le manette ai polsi di Felice Ippolito, profeta di quell’energia pulita che avrebbe dovuto affrancarci dai fumi, dai conflitti e dai centri di potere che accompagnano storicamente l’oro nero.
Siete d’accordo che di atomo ne dovremmo sapere molto di più prima di giudicare? Non siete d’accordo? Parliamo sul Diario del Web.