2 maggio 2024
Aggiornato 00:00
Fino ad ora il limite era di un anno

La cassa integrazione passa a 18 mesi

Sì bipartisan in commissione lavoro. Sono 6 mesi in più. Forse il testo in Aula il 15 marzo

ROMA - Sei mesi in più di cassa integrazione ordinaria: dalle attuali 52 settimane a 78 settimane. E' la novità più rilevante approvata oggi dalla commissione Lavoro della Camera con il voto bipartisan di Pdl, Lega e Pd. La norma è contenuta in un emendamento al testo base in tema di ammortizzatori sociali all'esame della stessa commissione che oggi ha terminato i suoi lavori e attende i pareri delle altre commissioni per votare il mandato al relatore, Giuliano Cazzola.

Gli emendamenti approvati sono tre e tutti firmati da Cazzola. Per quanto riguarda l'allungamento della Cig, la misura sarebbe temporanea e riguarderebbe il biennio 2010-2011 «in attesa - si legge - di una complessiva riforma del sistema degli ammortizzatori sociali». L'approdo in Aula è calendarizzato per il 15 marzo prossimo ma visto il clima di scontro sulle Regionali non è detto che questa data possa essere mantenuta.

DAMIANO - «Non siamo completamente soddisfatti ma l'allungamento della Cig è un passo avanti». Così il capogruppo del Pd in commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano commenta il via libera bipartisan alla misura. «Questo testo - dice - è un primo passo frutto della battaglia del Pd sul tema della crisi, della tutela dell'occupazione e degli ammortizzatori sociali». Damiano spiega di aver fatto durante l'esame degli emendamenti «una dichiarazione a nome del Pd di convergenza» sulle proposte del relatore. Il Pd inoltre ha «ritirato tutti gli emendamenti in commissione ma - conclude Damiano - li ripresenteremo in Aula».

LOY (UIL) - E’ sostanzialmente condivisibile l’emendamento approvato oggi dalla Commissione Lavoro della Camera, che estende il periodo per usufruire della cassa integrazione ordinaria da 52 a 78 settimane.
Finalmente la politica tutta torna ad agire concretamente per affrontare l’emergenza occupazione, mantenendo i lavoratori ancorati all’impresa, e, finanziando di fatto l’occupazione, invece della disoccupazione. E’ questa, però, una prima e parziale risposta alle sollecitazioni fatte nei mesi scorso dal sindacato. Resta il grande problema legato al reddito percepito dai lavoratori messi in cassa integrazione. Non è più accettabile che si possa vivere in maniera decorosa con 886 euro mensili lordi anche per svariati mesi. A questo punto la politica, come è stato fatto oggi, sempre in maniera «bipartisan», prenda il coraggio a due mani e aumenti sensibilmente gli assegni mensili per il sostegno al reddito. D’altronde le risorse a disposizione ci sono, sia per la cassa integrazione «tradizionale», che per la cassa in «deroga», dal momento che dei 32 Miliardi di euro complessivi a disposizione per gli ammortizzatori sociali, per il biennio 2009-2010, ad oggi ne sono stati spesi soltanto 6 Miliardi.

CGIL: «L'80% DEI LAVORATORI SOTTO I 1.500 EURO» - Circa l'80% dei lavoratori italiani percepisce un salario sotto i 1.500 euro netti al mese. E' quanto emerge da un'indagine dell'Ires-Cgil realizzata dalla Swg su un campione di 2.787 persone e presentata nel corso della conferenza stampa in cui sono state illustrate le ragioni dello sciopero di quattro ore di venerdì prossimo.
In particolare, il salario medio netto è pari 1.320 euro. Tra gli operai lo stipendio scende a 1.030 euro. Nel campione intervistato il 2% guadagna fino a 500 euro, il 25% tra 500 e 1.000 euro e il 52% tra 1.000 e 1.500 euro. La crisi economica ha accentuato le differenze per settori e territori. Infatti, il salario dei dipendenti privati è inferiore del 17% rispetto a quello del personale pubblico. I contratti a percepiscono il 28% in mano, gli atipici il 39% in meno. E nel Mezzogiorno, il salario è più basso del 27% rispetto al Nord.
La stessa indagine evidenzia che il 92% degli italiani ritiene che la crisi sia molto (37%) o abbastanza (55%) grave. Il 42% delle famiglie italiane arriva con difficoltà a fine mese (il 26% fa sacrifici per arrivarci, mentre il 16% non ce la fa ad arrivare a fine mese).