PA, con reperibilità a 7 ore +6% le assenze per malattia
Ad annunciarlo è stato il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta
ROMA - Tornano su livelli «virtuosi» e «fisiologici» le assenze per malattia dei dipendenti pubblici dopo l'impennata registrata tra agosto e novembre 2009: con l'aumento da 4 a 7 ore dell'orario di reperibilità, sancito dalla circolare interministeriale di fine novembre e dal decreto legge 206 pubblicato ieri in Gazzetta, le assenze per malattia degli statali a dicembre sono aumentate, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (quando si era registrata una riduzione del -37%), «solo» del 6% al netto dell'influenza (altrimenti l'aumento sarebbe dell'8,6%).
Ad annunciarlo è stato il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, spiegando che l'aumento «e' dovuto al fatto che il combinato disposto della circolare e del decreto, essendo recente, sconta un ritardo nella sua percezione». Per questo, aggiunge il ministro, «attendo i dati di gennaio, sperando che vadano a confermare, se non addirittura migliorare, i dati di dicembre».
Nell'ambito della lotta ai «fannulloni assenteisti», tra il luglio 2008 e il giugno 2009 Brunetta aveva esteso le fasce di reperibilità a 11 ore (dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 20). Notando il crollo significativo (circa il -38% in un anno) delle assenze per malattia tra i dipendenti pubblici, il ministro aveva creduto di aver debellato per sempre il fenomeno delle assenze «opportunistiche», decidendo così di ristabilire, a partire dallo scorso agosto, le fasce di 4 ore. Ma l'assenteismo è tornato a crescere «con ritmi preoccupanti» e a dicembre è stata annunciata una circolare che alzava nuovamente l'orario di reperibilità a 7 ore: in poco meno di un mese le nuove fasce, ha spiegato Brunetta, hanno fatto tornare l'assenteismo per malattia a livelli «virtuosi» e «fisiologici». «Con mia grande soddisfazione - ha commentato Brunetta - a dicembre le assenze per malattia sono cresciute solo dell'8,6% lorde: un buon risultato visto che ad agosto, con le 4 ore, l'aumento è stato del 30%».
La «morale», per il ministro, è dunque che «se le fasce sono ristrette scattano i comportamenti opportunistici; se le fasce sono larghe l'assenteismo si porta su livelli fisiologici».
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