TAV: osservatorio in stallo. Virano va da Letta
Dopo la riunione di questa mattina non si è risolto il nodo delle nomine dei 4 tecnici
TORINO - Domani Mario Virano, presidente dell'Osservatorio tecnico sulla linea ferroviaria Torino-Lione, spiegherà al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e al ministro delle infrastrutture Altero Matteoli la situazione di stallo che si è venuta a creare sulla Tav.
Dopo la riunione di questa mattina non si è risolto il nodo delle nomine dei 4 tecnici che dovrebbe scegliere la Comunità montana Val di Susa e val Sangone, presieduta da Sandro Plano, insediatosi lo scorso 4 gennaio ed eletto anche con i voti dei no-Tav. Oggi Plano si è presentato alla riunione come unico tecnico della sua comunità. Alla conferenza dei sindaci della sua Comunità montana, che si è svolta due sere fa, i primi cittadini del centrodestra avevano abbandonato l'aula perché non gradivano come delegato Rino Marceca, assessore ad Avigliana, proposto dallo stesso Plano e apprezzato dal movimento No Tav. La riunione si era quindi chiusa con una spaccatura tra i sindaci di maggioranza e quelli di opposizione e con la nomina di Plano da parte di una ventina di sindaci rimasti (su 43) come unico referente.
Scelta scomunicata dalla presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso e dal presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, che ieri avevano scritto a Virano per riconfermare i quattro tecnici precedenti. Uno di loro, Angelo Tartaglia, però si è dimesso oggi. La situazione resta bloccata e secondo Virano anche l'Osservatorio rischia di bloccarsi. Potrebbe dunque saltare la scadenza del 31 gennaio, fissata dalla Ue, entro la quale l'Osservatorio dovrebbe inviare i dati tecnici utili al progetto preliminare dell'opera. L'opposizione continua a cavalcare l'onda. «Gli ostacoli alla realizzazione della Tav sono tutti a sinistra - dichiara il senatore Pdl Enzo Ghigo, ex presidente della Regione Piemonte - il Pd che si dice favorevole alla Tav contraddice se stesso in una farsa continua, non prendendo provvedimenti nei confronti dei suoi sindaci che, proprio in Valle di Susa, si oppongono al collegamento ferroviario».
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