3 maggio 2024
Aggiornato 04:30
Il bollettino mensile

Confindustria: l'economia pronta a ripartire a fine anno

Il Centro studi dell'associazione degli industriali: «Tra fine 2009 e inizio 2010 il consolidamento della ripresa»

ROMA - La ripresa economica si sta consolidando e il recupero è esteso al comparto dei servizi anche se per le attività industriali resta un divario ampio rispetto ai livelli pre-crisi che sarà lungo da recuperare. E' la diagnosi del Centro Studi di Confindustria che nell'ultima edizione di Congiuntura Flash rileva che «dopo il rimbalzo più forte dell'atteso del PIL mondiale nel terzo trimestre, gli indici congiunturali puntano al consolidamento della ripresa tra fine 2009 e inizio 2010. L'anticipatore OCSE è in forte e diffuso rialzo da febbraio ed è sopra la media di lungo periodo. Il PMI manifatturiero negli USA a ottobre è salito ai massimi dal giugno 2007; nell'eurozona a novembre è al top da marzo 2008».

RECUPERO - Il recupero - si legge nel documento del Csc - è esteso anche al terziario, ma nell'industria il divario rispetto ai valori pre-crisi rimane molto più ampio e lungo da colmare, a fronte dell'accresciuta concorrenza internazionale sia tra paesi industriali che si trovano nelle medesime condizioni sia dagli emergenti».

PROBLEMA DOLLARO - Problemi anche dal versante dei cambi con «la persistente debolezza del dollaro, cui è agganciato lo yuan cinese, rende più arduo lo scenario competitivo per l'eurozona. Il rialzo delle materie prime, se conferma la migliorata domanda globale di manufatti, erode i margini di profitto già compressi nei sistemi, come la Germania e l'Italia, dove la crisi ha provocato una più marcata caduta della produttività».

ITALIA - In Italia «il balzo estivo della produzione industriale (+4%) ha lasciato il posto a una graduale risalita in ottobre-novembre, mentre restano deboli ordini e fatturato; le attese di produzione delle imprese puntano a nuovi incrementi nei prossimi mesi, partendo da livelli sempre molto bassi. Nei BRIC la crescita è sostenuta dai consumi, deboli solo in Russia. Le aziende italiane si orientano con decisione verso quei mercati più dinamici, ma spesso è ampio il distacco con la Germania. E' diffuso il miglioramento degli acquisti di macchinari, ostacolati però da credito difficile e ampia capacità inutilizzata. BCE e FED stanno ritirando l'espansione non convenzionale, terranno fermi i tassi ufficiali a lungo».