24 agosto 2025
Aggiornato 02:00
Reazioni. Vertice FAO

Decisivo il ruolo dei piccoli agricoltori per contrastare fame e povertà

Obiettivo primario per la CIA: «Più agricoltura per sfamare il mondo. Non più parole, ma atti concreti»

ROMA - «Una riforma dell’agricoltura che punti all’incremento della sicurezza alimentare e alla crescita della produttività agricola legata alla riduzione della povertà, deve necessariamente porre al centro i piccoli produttori, specialmente nelle economie basate sull’agricoltura. Tradurre in pratica il potenziale che la produzione agricola ha nel ridurre la povertà e la malnutrizione dipende, in gran parte, da quanto è possibile coinvolgere proprio i piccoli produttori in attività produttive e remunerative, sia all’interno che all’esterno dell’impresa agricola. A conferma di quanto potrebbe pesare in termini di impatto il contributo dei piccoli agricoltori, è sufficiente rilevare che, secondo i dati della Fao, i piccoli produttori rappresentano il 90 per cento della povertà rurale, di 500 milioni con meno di 2 ettari ciascuno». Lo ha sottolineato il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi in occasione del Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare in svolgimento a Roma e al quale l’organizzazione partecipa con una propria delegazione.

«Più volte, del resto, abbiamo evidenziato (in particolare nel vertice degli agricoltori del ‘G14’ che la Cia ha promosso nell’aprile scorso insieme alla Fipa-Federazione internazionale dei produttori agricoli, i cui risultati sono stati ripresi sia dal ‘G8’ agricolo che dal vertice dei ‘Grandi’ a L’Aquila) che -ha aggiunto Politi- con più agricoltura si sfama il mondo. E più agricoltura significa sviluppare politiche e strategie che permettano di affrontare e vincere la sfida posta da fame e povertà, in cui, appunto, i piccoli agricoltori possono svolgere un ruolo di veri protagonisti».

»Davanti agli ultimi drammatici dati della Fao, che parlano di oltre un miliardo di affamati nel mondo, e all’esigenza di uno stanziamento di 44 miliardi di dollari in più l’anno per dare risposte al bisogno di alimentazione, non si può restare insensibili. Occorre avviare al più presto uno sviluppo agricolo che, oltretutto, non permette solo di contrastare efficacemente la fame, la malnutrizione e la povertà, ma può avere un impatto molto positivo e rilevante sull’economia delle aree rurali. Una maggiore produttività agricola e maggiori redditi per gli agricoltori -ha rimarcato il presidente della Cia- portano, infatti, ad una maggiore domanda per beni non-alimentari e, di conseguenza, ad un incremento dell’occupazione in generale e degli standard di vita. Occorre, però, garantire politiche che permettano un più facile accesso alla proprietà della terra, al credito e all’acqua, un bene prezioso e indispensabile per la crescita agricola. Basta, dunque, alle parole e agli annunci, ma fatti realmente concreti».

«Si deve anche considerare che -ha sostenuto Politi- il problema della sicurezza alimentare non si pone solo in termini di quantità prodotte, ma anche di accesso alle risorse alimentari. Molti poveri, per assoluta carenza di reddito, non hanno alcuna possibilità di accedere ai beni agricoli, indipendentemente dal loro prezzo. Poiché il problema della sicurezza alimentare è inscindibile da quello del reddito, una strategia di sviluppo locale e di lotta alla povertà è un indispensabile strumento di promozione proprio della sicurezza alimentare. E, all’interno delle aree rurali, l’agricoltura è certamente il primo e fondamentale strumento di sviluppo».

«C’è, dunque, la necessità -ha concluso il presidente della Cia- di una politica internazionale realmente incisiva tesa a dare impulso e slancio al mondo agricolo. In questo contesto assume un’importanza cruciale l’azione delle organizzazioni agricole che possono dare forma ad una cooperazione in cui proprio lo sviluppo agricolo abbia un ruolo di primo piano e, nello stesso tempo, fare in modo che gli agricoltori siano coinvolti in modo diretto nelle strategie e politiche di carattere socio-economico».