28 marzo 2024
Aggiornato 22:30
In 5.000 al corteo di maestre, prof, bidelli

La manifestazione della Cisl innesca polemica Bonanni-Gelmini

Il Segretario: «Troppi buchi provocati dai tagli, sì a confronto». Ministro: «Slogan vecchi»

ROMA - Se con la manifestazione di oggi a Roma la Cisl intendeva porre all'attenzione del governo i problemi della scuola, l'iniziativa è senz'altro riuscita: alle accuse del segretario generale, Raffaele Bonanni, («Vogliamo rimediare ai troppi buchi provocati dai tagli troppo forti. Mancano insegnanti e bidelli e la scuola è in ginocchio«) e del leader di comparto, Francesco Scrima («siamo solo al primo atto, l'anno prossimo avremo 25mila docenti e 14.500 Ata in meno, queste cifre non sono sopportabili e pretendiamo dal governo di attivare un confronto per intervenire sulla Finanziaria«), è giunta immediata la riposta del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini: siamo disponibili «ad un confronto - ha detto il responsabile del Miur - anche la settimana prossima e più in generale il governo è anche sensibile al tema del rinnovo contrattuale».

IL MINISTRO PONE CONDIZIONI - In effetti, un incontro tra i vertici di viale Trastevere ed i sindacati su questi temi (organici, assunzioni e precari) è già stato fissato. Tuttavia l'apparente apertura del ministro è dettata da alcune condizioni. Che per il sindacato non lasciano presagire nulla di buono: secondo Gelmini l'apertura del tavolo di trattative sulla scuola va focalizzata su altri punti. Che non sono proprio quelli dettati oggi dalla Cisl.

SLOGAN VECCHI - «Sono slogan vecchi - ha spiegato il ministro - il sindacato deve avere il coraggio di modernizzarsi per affrontare la sfida dell'innovazione. Una scuola che spende il 97% del bilancio in stipendi rinuncia alla qualità, al merito, alla formazione e al miglioramento dell'edilizia scolastica. Per noi invece i temi centrali sono il reclutamento, la valutazione, la carriera degli insegnanti, la qualità dell'istruzione offerta ai ragazzi e, con il 30% dei risparmi in finanziaria, pagare di più i professori più bravi».

Una risposta che ha tutta l'aria di vanificare l'approdo nella capitale di 5.000 lavoratori della scuola giunti da tutta Italia in piazza Bocca della Verità: una partecipazione sentita, con tutti i manifestanti che sfoggiavano cappellini e fazzoletti colorati di verde bianco e rosso. Ed arricchita da gruppi folcloristici, ma anche da «alunni» un po' attempati che sfoggiavano il classico grembiulino con fiocco.

GREMBIULINI - Ed un grembiulino, celeste, è stato consegnato al segretario generale della Cisl Scuola Francesco Scrima, poco prima dell'inizio della manifestazione. «E' un chiaro modo - ha detto Mario Guglietti, militante Cisl Scola e vicepresidente Cnpi - per indicare come il sindacato sia vicino, anzi dentro, i problemi della scuola».

Poi sul palco, dove è stata allestita la scritta «La scuola merita di più», hanno iniziato a parlare i lavoratori. Nella testimonianza di Pietro Galati, assistente tecnico precario di Palermo, era riassunto al meglio una delle tre emergenze che la Cisl ha voluto porre al governo: quella del precariato scolastico, che a seguito dei pesanti tagli agli organici si sta trasformando in vera emergenza sociale.

«Dove sta la classe politica - ha detto Galati - che tanto parla di scuola senza sapere quali sono i reali problemi: ci dicono, in testa il ministro Gelmini, che nessuno ha perso il posto di lavoro, però noi chi siamo? Dei fantasmi? Ci dicono che questa è una razionalizzazione delle risorse ma io sono andato a guardare sul vocabolario cosa significa: ebbene c'è scritto 'investimento alternativo' e non certo tagliare in maniera indiscriminata. Come è possibile - ha concluso il tecnico - che improvvisamente la scuola non abbia più bisogno di noi dopo che abbiamo investito in essa dieci anni della nostra vita?».