29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Imprese agricole in affanno. Credito sempre più con il contagocce

La Cia crea Agriconfidi

Il presidente Giuseppe Politi: «Vogliamo dare un valido contributo agli agricoltori nell’ammodernamento delle strutture aziendali»

ROMA - Davanti ad un credito bancario sempre più con il contagocce per le imprese agricole e alle difficoltà degli agricoltori con i pagamenti e con le garanzie richieste dalle banche, la Cia-Confederazione italiana agricoltori è corsa immediatamente ai ripari e ha creato Agriconfidi. Si tratta di un nuovo Consorzio fidi nazionale costituito proprio per rispondere in tempi brevi e con efficacia alle mutate necessità degli imprenditori alle prese con una congiuntura complessa, dove spiccano gli
aumenti dei costi produttivi e una caduta verticale dei prezzi praticati nei campi (meno 15,6 per cento nel mese di giugno).

«Gli agricoltori, dovendo necessariamente ammodernare le strutture aziendali, diversificare i processi produttivi ed adeguarsi a nuove esigenze della domanda, hanno bisogno -sottolinea il presidente della Cia Giuseppe Politi- di risorse da investire. Ormai, l’autofinanziamento (capitali di famiglia) e gli interventi pubblici non sono più sufficienti, riducendosi in modo così significativo da richiedere il ricorso a capitale di terzi. Questa combinazione sta frenando in maniera preoccupante il rinnovo e la crescita strutturale di gran parte del settore primario».

L’imprenditore agricolo -per i propri fabbisogni finanziari, sia di breve che di medio-lungo periodo- si rivolge quasi esclusivamente al sistema bancario. Si tratta -afferma la Cia- di una modalità di finanziamento abbastanza onerosa, ciò anche in ragione delle linee di credito utilizzate. Si registra, infatti, un eccesso di forme a breve termine (ad esempio, aperture di credito in conto corrente o forme assimilabili), utilizzate per soddisfare il fabbisogno di capitale circolante e sostenere gli impieghi strutturali. Nel settore si ha una forte mancanza di pianificazione finanziaria (discrasia tra impieghi e fonti) e lo strettissimo legame tra l’andamento delle annate agrarie e la domanda creditizia, ne fornisce inequivocabile testimonianza. Il ricorso a capitale di terzi si ha soprattutto nelle realtà produttive a maggior valore aggiunto e in quelle caratterizzate di dimensioni economico-strutturali più contenute.

«Tenuto conto di tutto ciò, i consorzi e le cooperative di garanzia sono -rileva Politi- sempre più importanti per le piccole e medie imprese Questo anche perché in cicli economici quali quello attuale, le banche -ipotizzando un aumento del rischio di insolvenza- tendono a definire l’ammontare del prestito concedibile in funzione delle garanzie che il cliente può offrire nonché delle prospettive macroeconomiche».

«La crescita della realtà dei confidi è, quindi, di grande attualità e politiche di aggregazione si sono rese indispensabili per rafforzarne la patrimonializzazione. In questo, la nostra Confederazione -rimarca il presidente della Cia- può vantare una certa lungimiranza, visto che ha portato a termine un processo di fusione di taluni dei propri consorzi di garanzia dando vita ad un unico confidi agricolo operante a livello nazionale, appunto Agriconfidi».

Agriconfidi -evidenzia la Cia- è nato come soggetto di diritto ed è stato ideato così per operare a network: in pratica, vi è sia una gestione centrale ed integrata con il sistema dei servizi confederali che un sistema di sedi territoriali. La gestione è improntata sul principio della sussidiarietà, sulla vicinanza agli imprenditori ed agli istituti bancari locali nonché sul coordinamento nazionale finalizzato ad agevolare il lavoro delle sedi periferiche e contenere la probabilità di concessione di garanzie a soggetti con alta probabilità di default.

La Cia, in quanto ente promotore ha provveduto, sin dagli scorsi mesi, ad approntare accordi e convenzioni con il sistema bancario, nonché con l’Ismea.
«Agriconfidi è una delle leve all’interno della strategia della Cia sulla promozione e lo sviluppo di servizi di consulenza finanziaria alle piccole e medie imprese Tale progetto verrà attuato, grazie alla naturale cooperazione tra il consorzio di garanzia e le diverse espressioni dell’organizzazione (società di servizi, di assistenza e ramo istituzionale). In tal modo -conclude Politi- le sedi territoriali del consorzio rappresentano degli ‘sportelli’ di assistenza per la raccolta e la preistruttoria-istruttoria delle domande di garanzia, presso i quali l'azienda viene aiutata per orientarsi tra le diverse soluzioni proponibili anche in partnership con gli istituti bancari e l’Ismea».