29 marzo 2024
Aggiornato 08:30

Inflazione, Coldiretti: prezzi moltiplicano per 5 da campo a tavola

E’ quanto afferma la Coldiretti che, nel replicare a Confcommercio

Se il latte fresco viene pagato in media alla stalla 0,34 euro al litro mentre i consumatori lo pagano in media 1,4 euro al litro significa che nel passaggio dalla stalla alla tavola c’è stato un ricarico del 312 per cento che è difficile da smentire. E’ quanto afferma la Coldiretti che, nel replicare a Confcommercio, sottolinea che ancora più grave è il fatto che mentre il prezzo del grano duro riconosciuto agli agricoltori è dimezzato quello della pasta di semola di grano duro ad aprile è addirittura aumentato del 7,7 per cento, secondo i dati Istat.

La realtà che Confcommercio conosce bene è che in media i prodotti alimentari rincarano di cinque volte (+ 488 per cento) dall'azienda agricola alla tavola per effetto di distorsioni ed inefficienze che - sottolinea la Coldiretti - sarebbe importante iniziare combattere invece di continuare a nasconderle. Nel 2008 secondo la Coldiretti le inefficienze e le speculazioni sono costate alle tasche degli italiani 4 miliardi di euro con l'aumento dei prezzi per i prodotti alimentari che è stato in media del 5,4 per cento superiore al 3,3 per cento dell'inflazione generale, secondo l'Istat, con un differenziale del 2,1 per cento.

Secondo l'ultima indagine dell'Antitrust ad esempio «i prezzi al consumo attualmente praticati dalla grande distribuzione nel comparto ortofrutticolo» «non sono inferiori a quelli praticati dalle altre tipologie di vendita e, in particolare, risultano sensibilmente superiori a quelli praticati dai mercati rionali e dagli ambulanti». Lo stesso Antitrust nella sua indagine conoscitiva su 267 filiere osservate mette in evidenza come i ricarichi variano dal 77 per cento nel caso di filiera cortissima (acquisto diretto dal produttore da parte del distributore al dettaglio) al 103 per cento nel caso di un intermediario, al 290 per cento nel caso di due intermediari, al 294 per cento per la filiera lunga (presenza di 3 o 4 intermediari tra produttore e distributore finale), facendo segnare appunto il valore medio del 200 per cento evidenziato da Bankitalia. E' peraltro di appena due mesi fa la notizia che l'Antitrust ha multato per complessivi 12,5 milioni il «cartello» della pasta che ha posto in essere un'intesa restrittiva della concorrenza finalizzata a concertare gli aumenti del prezzo di vendita della pasta secca di semola da praticare al settore distributivo.

Nella forbice dei prezzi tra produzione e consumo - rileva la Coldiretti - esistono ampi margini da recuperare, con più efficienza, concorrenza e trasparenza, per garantire acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori in un momento di difficoltà economica. La Coldiretti è impegnata nel progetto per costruire una «filiera agricola tutta italiana» per la vendita del prodotto agricolo «cento per cento italiano» firmato dagli agricoltori, attraverso la più estesa rete commerciale nazionale che coinvolge duemila mercati di campagna amica e duemila punti di vendita delle cooperative, mille dei consorzi agrari, cinquemila agriturismi e diecimila aziende agricole, ma interesserà anche la rete della ristorazione a chilometri zero e la distribuzione che intenderà partecipare. Un impegno per smascherare il finto Made in Italy e combattere le inefficienze e le speculazioni per assicurare acquisti convenienti alle famiglie e - conclude la Coldiretti - sostenere il reddito degli agricoltori che ad oggi per ogni euro speso dai cittadini in alimenti ricevono appena 17 centesimi.