24 aprile 2024
Aggiornato 05:30

Inflazione: stabile all’1,2% ad aprile

Per Adoc grave rialzo dei prezzi dei ristoranti (+1,6%) e alimentari (+2,7%)

ROMA - Secondo i dati definitivi dell'Istat rimane stabile l'inflazione ad aprile, all'1,2%. Per Adoc è grave che i costi di servizi ricettivi e ristorazione e dei continuino a crescere, dell'1,6% su base annua, nonostante la crisi del settore.

«E' singolare un aumento dei prezzi di alberghi e ristoranti e nessun miglioramento della qualità degli stessi, evidentemente non si vuole risolvere il problema del turismo, un settore in forte crisi - dichiara Carlo Pileri, Presidente dell'Adoc - l'aumento registrato, inoltre, va a giustificare il calo delle presenze nei due settori. Nei ristoranti nell'ultimo anno sono calate, in media, del 12,6%. Durante le ultime vacanze di Pasqua e il ponte del primo maggio le presenze alberghiere hanno registrato un -14% rispetto allo scorso anno. Negli ultimi anni gli alberghi e ristoranti italiani sono usciti dal mercato. Gli altri paesi del Mediterraneo, come Spagna e Portogallo, offrono soluzioni di soggiorno e ristorazione ad un costo pari alla metà o ad un quarto di quelle italiane, con un'offerta qualitativamente migliore».

Per Adoc è grave anche l'ennesimo rialzo dei prezzi dei prodotti alimentari e chiede un adeguamento del valore dei buoni pasto al costo della vita.

«In Francia, dove il valore defiscalizzato di un buono pasto è di 7 euro, la Camera ha recentemente approvato una legge che consente di utilizzare i ticket anche per comprare frutta e verdura - continua Pileri - mentre da noi non si riesce a risolvere ancora il problema dell'adeguamento del valore del buono al costo della vita. E' necessario alzare la soglia dell'esenzione fiscale e contributiva, attualmente 5,29 euro, valore fermo da 15 anni. Oggi con un buono pasto non si riesce a comprare neanche un pasto completo, basta appena per un tramezzino, un succo di frutta e un caffè. Considerato che gli utenti giornalieri sono circa 2 milioni, e 100 mila i ristoranti e i bar convenzionati, aumentare il valore dei buoni aiuterebbe i consumatori in un momento di gravi difficoltà economiche. Secondo le nostre stime, inoltre, circa il 10% dei buoni pasto in circolazione non viene utilizzato perché scaduto, comportando la perdita per il possessore del buono 15% del suo valore, pari a circa 300 euro. Per questo proponiamo l'eliminazione della scadenza, come già fatto per le carte telefoniche prepagate, o almeno fissare una scadenza quinquennale».