1 maggio 2024
Aggiornato 21:30
Crisi economica

Tremonti al FMI: «Italia in posizione forte per ripresa in 2010»

Ma «altamente incerte» prospettive per il resto del 2009

«L'economia italiana dovrebbe trovarsi in una posizione relativamente più forte per raccogliere i benefici della ripresa globale previsti nel 2010, non avendo i suo comparti dell'edilizia e finanziario accusato gli sconvolgimenti registrati in altri Paesi». Lo ha affermato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti nel suo discorso al Comitato monetario e finanziario del Fondo Monetario Internazionale dello scorso 25 aprile, pubblicato solo nelle ultime ore dall'istituzione di Washington.

STABILIZZAZIONE - Nel suo intervento il ministro rileva che «malgrado alcuni segni di stabilizzazione, le prospettive per la restante parte dell'anno rimangono estremamente incerte. E, in linea con le proiezioni degli altri maggiori Paesi, il prodotto interno lordo dell'Italia dovrebbe registrare una contrazione nel 2009, forse oltre il 4%. Tale previsione riflette i deludenti risultati del quarto trimestre dello scorso anno e le prospettive dell'economia globale, in particolare per quanto riguarda il commercio internazionale. E' probabile che il mercato del lavoro si deteriori nel 2009».

ITALIA - Nel testo il ministro dell'Economia sottolinea come il governo italiano abbia agito «prontamente ed efficacemente per fronteggiare gli sconvolgimenti dei mercati finanziari, per assicurare un flusso regolare di credito al settore privato e per sostenere la domanda complessiva. Le misure fiscali già adottate - prosegue Tremonti - sono ben indirizzate e di natura temporanea. E mirano a sostenere le famiglie a basso reddito e ad accelerare l'implementazione degli investimenti in infrastrutture. Prendendo in considerazione gli effetti degli stabilizzatori automatici, l'impatto complessivo dello stimolo fiscale è in linea con quello degli altri Paesi europei. Ma, dal momento che il settore finanziario italiano è più sano di quello di altri Paesi, l'impatto delle misure di sostegno sul bilancio è relativamente limitato; di conseguenza, sia il rapporto deficit/Pil sia quello debito/Pil dovrebbero aumentare meno rispetto a quelli di altri Paesi avanzati».

CRISI ECONOMICO-FINANZIARIA - Nel suo intervento il ministro dell'Economia, oltre al punto sulle economie della constituency del Fondo guidata dall'Italia (che include Albania, Grecia, Malta, Portogallo, San Marino e Timor Est) ha anche parlato della crisi economico-finanziaria internazionale. «Anche se è prematuro trarre raccomandazioni politiche conclusive da una crisi che è lungi dall'essersi conclusa, alcune lezioni iniziali sono già ovvie; quella più basilare è che incentivi difettosi, eccessiva leva finanziaria, ed estese interconnessioni nei moderni sistemi finanziari hanno ampie conseguenze macroeconomiche. Il perimetro della regolamentazione dei mercati finanziari dovrebbe essere ampliato, maggiori informazioni sono necessarie e l'intero sistema di regolamentazione/sorveglianza richiede un approccio macro-prudenziale. Le autorità monetarie dovrebbero ampliare il loro punto di vista, prendendo in considerazione i movimenti dei prezzi, i boom del credito e la leva e la crescita dei rischi sistemici».