25 aprile 2024
Aggiornato 01:30

GDO: sugli scaffali un olio su dieci è Dop-Igp secondo analisi Ismea

Lo rileva un'analisi Ismea sul posizionamento degli oli Dop-Igp nei punti vendita della Gdo in Italia, presentata il 4 aprile scorso al Vinitaly-Sol

VERONA - Su dieci referenze di oli di oliva presenti sugli scaffali della Grande distribuzione organizzata almeno una è a denominazione di origine.
Lo rileva un'analisi Ismea sul posizionamento degli oli Dop-Igp nei punti vendita della Gdo in Italia, presentata il 4 aprile scorso al Vinitaly-Sol.

Gli oli tutelati da marchio d'origine - sottolinea lo studio - occupano il 10,6% degli ingombri di scaffale. La parte del leone la fanno gli oli extravergini privi di denominazione di origine, con una incidenza del 55,1%, seguiti dagli oli di oliva normali, al 17,8% di quota, e dal prodotto 100% italiano, attestato al 13,2%.

Per gli oli Dop-Igp, la cui posizione prevalente sullo scaffale è quella ad altezza d'occhio, il prezzo medio rilevato è quasi doppio rispetto agli extravergini privi di denominazione di origine. Per l'olio 100% italiano invece, che non si fregia della denominazione d'origine comunitaria, il differenziale di prezzo rispetto all'extravergine comune è pressoché nullo.

Il consumatore di olio di oliva Dop o Igp risulta inoltre più informato e consapevole rispetto alla media, anche in relazione alle caratteristiche dei prodotti, e all'atto d'acquisto - rivela l'indagine - dedica un tempo superiore a quello abituale.

L'analisi Ismea ha anche evidenziato una forte correlazione territoriale tra i marchi trattati dalla Gdo e i luoghi di origine. Si riscontra infatti una maggiore presenza degli oli nei punti vendita dell'area di produzione o in quelle immediatamente adiacenti, salvo qualche eccezione per le denominazioni d'origine più diffuse, che varcano in questo caso i confini regionali registrando una discreta presenza anche fuori dalle zone di produzione.