26 aprile 2024
Aggiornato 07:00

Crisi, Solari: finora dato molto a banche e nulla a famiglie

Alla Marcegaglia: «Neanche le imprese hanno più alibi»

ROMA – «Per ora è stato dato molto alle banche, promesso molto alle imprese, nulla alle famiglie». E’ quanto afferma Fabrizio Solari, segretario confederale della Cgil, il giorno dopo la seconda riunione del ‘Liquidity – Day’, che si pone l’obiettivo di attivare una serie di misure e di stanziamenti a favore della liquidità e solidità patrimoniale delle banche che a loro volta dovrebbero riavviare il credito, a costi contenuti, alle imprese e alle famiglie.

CREDITO - Secondo il dirigente sindacale, inoltre, desta «perplessità» e denota «confusione istituzionale, anche alla luce della discussione sul federalismo», la scelta di affidare alle prefetture, a partire da quelle dei capoluoghi regionali, il coordinamento degli osservatori incaricati di monitorare la situazione, dei quali faranno parte anche le organizzazioni sindacali. «Il ministro Tremonti - dice Solari - ha sottolineato che si tratta di un esperimento da verificare nel concreto, vedremo come potranno funzionare».

Al presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che ha detto, «non ci sono più alibi per le banche di fare restrizione del credito», Solari ha risposto che «neanche le imprese hanno più alibi», aggiungendo che «le risorse che il paese sta mettendo a disposizione direttamente ed indirettamente alle imprese non possono essere date a prescindere».

Il segretario confederale della Cgil, infine, condivide le parole del presidente dell’Abi, Corrado Faissola, secondo il quale il credito deve essere dato in base al «merito creditizio», ma ricorda che «il paese, insieme all’emergenza, ha gravi problemi strutturali e di riconversione da affrontare, pertanto, i finanziamenti devono essere accompagnati da piani seri di gestione, di sviluppo ed anche, se necessario, di riconversione produttiva, nell’ottica della tutela dell’occupazione e della prospettiva della crescita. Questo - conclude Solari - dovrebbe essere, a nostro avviso, prioritariamente il compito degli osservatori che non possono quindi prescindere dal contesto più complessivo dell’economia locale».