25 aprile 2024
Aggiornato 01:30

Crisi, Cisl Sicilia: Ecco il nostro piano anti-recessione

«18 provvedimenti e 8 assi di crescita contro stasi»

PALERMO - Dai piani di decoro e ammodernamento urbano «che, sotto i cinque milioni, non richiedono gare europee», al fondo per partecipare al capitale di rischio delle piccole e medie imprese alla «norma antispeculativa» che subordini incentivi agli investimenti e ad autorizzazioni, concessioni e appalti, all'osservanza degli obblighi fiscali e previdenziali da parte delle imprese. Sono diciotto i provvedimenti anti-crisi e otto gli assi di crescita individuati dalla Cisl Sicilia, che ha presentato oggi il proprio piano straordinario anti-recessione («Fronteggiare la crisi. Subito e assieme«), in vista della manovra finanziaria che il governo regionale dovrà varare entro questo mese; e nel giorno in cui la commissione Bilancio dell'Ars inizia, «in assenza di qualunque confronto con le parti sociali», l'esame dei provvedimenti anti-depressivi.

«Chiediamo al presidente della Regione Raffaele Lombardo - afferma Bernava - di aprire una stagione nuova di concertazione operativa, convocando entro qualche giorno la fantomatica unità di crisi, istituita a dicembre e finora mai riunita». Anzi, «provveda lui personalmente a presiederla», aggiunge. Anche perché, la disoccupazione giovanile nell'Isola è al 37,2%, il tasso di povertà al 30,6%. E un settore strategico come l'edilizia ad esempio, rimarca Bernava, al collasso, con la contrazione del 22% degli appalti pubblici e l'esplosione (+40%) della cassa integrazione, nel primo bimestre di quest'anno. «Non è più tempo di affermazioni di principio», insomma, ripete il segretario Cisl. Da qui il pacchetto d'interventi immediatamente cantierabili, che sarà trasmesso a governo regionale e Ars. Ma non solo. Perché «le nostre proposte - annuncia il sindacato - vogliono essere un contributo per uscire dal tunnel, a forze politiche, economiche, sociali, banche ed enti locali».

In pratica, la Cisl propone un duplice fondo per le piccole e medie imprese: di garanzia e di partecipazione al capitale. Il primo per favorire l'accesso alle fonti finanziarie, l'altro per sostenere gli investimenti «ad alto contenuto innovativo e centrati sulle fonti energetiche rinnovabili». Il sindacato rivolge anche un appello a Palazzo d'Orleans «affinché il governatore tratti col governo nazionale su due fronti»: per un'operazione di scambio che preveda meno trasferimenti di risorse da Roma e assicuri la riduzione delle imposte locali sulle imprese, che non restano nella casse comunali». E perché sia introdotta in Sicilia la fiscalità di vantaggio «attraverso l'abbattimento generalizzato e per un periodo di dieci anni dell'imposta sul reddito d'impresa, a favore di chi investa nella regione».

Riguardo alla gestione dei fondi Ue, la Cisl propone di creare «una cabina regionale di regìa e nove unità strategiche provinciali». Inoltre, chiede l'adozione di «sistemi di controllo incrociato per la verifica in itinere», dei risultati; e la revisione dell'architettura istituzionale attraverso cui, finora, la Regione ha gestito la programmazione comunitaria. «Un impianto obsoleto», secondo Bernava, perché, afferma, «ha determinato l'eccessiva frammentazione degli interventi consentendo che i fondi europei non fossero aggiuntivi ma, in fin dei conti, sostitutivi delle spesa corrente».

La Cisl denuncia pertanto il fallimento delle 42 mila iniziative che hanno distribuito a pioggia gli oltre nove miliardi di Agenda 2000-2006, e invoca «un'inversione di tendenza affinché non sia perduta l'ultima occasione storica rappresentata dai 14 miliardi di Agenda 2007-2013». Oltretutto, osserva il sindacato, «molti dei fondi di sviluppo Ue sono stati utilizzati in questi anni per sostenere un bacino occupazionale di 60 mila persone, tra formazione professionale, precariato pubblico e forestali». Quest'esercito, alla scadenza del 2013, non potrà più contare su tali risorse. E «tutto questo, se non si interviene ora, si trasformerà nell'esplosione di un fortissimo disagio sociale».

Tra le altre misure, l'istituzione di un «fondo sociale per gli indigenti« interno al bilancio regionale; la proroga della legge regionale che finanzia l'edilizia agevolata, scaduta a dicembre, «per far fronte all'emergenza-casa che riguarda sessantamila persone». Ancora, la riforma del sistema della formazione professionale che «rischia di implodere travolgendo i settemila lavoratori». E il via alle «case della salute come centri di prevenzione e cura nel territorio».
La presentazione del piano è avvenuta alla presenza delle segreterie provinciali e delle federazioni regionali di categoria, della Cisl.