8 maggio 2024
Aggiornato 00:00
Il governo svizzero non cede sul principio del segreto bancario

Svizzera, Merz: nessun compromesso su segreto bancario

Le accuse di paesi terzi nei confronti della Svizzera sono, per il governo, infondate

ROMA - Il governo svizzero non cede sul principio del segreto bancario, ma offre una migliore cooperazione con gli altri paesi nella lotta ai reati fiscali. Per il Consiglio federale il segreto bancario rimane un principio inderogabile, tanto radicato nella società elvetica che non può essere negoziato. E la Svizzera, soprattutto, non si considera un paradiso fiscale. Le accuse di paesi terzi nei confronti della Svizzera sono, per il governo, infondate.

Lo ha ribadito ieri davanti alla stampa il presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz, come riferisce oggi il sito online di Swissinfo. Messi questi paletti, il governo svizzero si è però detto pronto a discutere con altri paesi sulla fiscalità del risparmio e sulle possibilità di migliorare le procedure giuridiche e amministrative per la cooperazione internazionale nell'ambito dei reati fiscali. Per Hans-Rudolf Merz è chiaro che per la Svizzera è importante evitare di finire nella lista nera dei paradisi fiscali. Una simile «umiliazione» avrebbe secondo il presidente della Confederazione pesanti conseguenze per la piazza finanziaria e industriale elvetica.

Evolvere il sistema attuale - Il presidente si è limitato a ripetere che tra il mantenimento dello status quo e l'abbandono puro e semplice del segreto bancario c'è una terza via, che consiste in un'evoluzione del sistema attuale. Il nocciolo di questo sistema, vale a dire «la protezione della sfera privata dei clienti delle banche», va tuttavia garantita, ha detto Merz. Toccherà ora al gruppo di esperti nominato dal governo studiare la questione ed elaborare delle proposte da sottoporre al governo. Il gruppo è presieduto dall'ambasciatore Manuel Sager, esperto in diritto pubblico e capo divisione al Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). I tempi sono in effetti piuttosto stretti e il governo si attende le prime indicazioni già tra due settimane, in particolare sulla definizione di frode fiscale e sulla sua distinzione dall'evasione fiscale.