28 agosto 2025
Aggiornato 06:30
Crisi del tessile

Primo incontro al Ministero per emergenze settore moda

Nel corso dell’incontro presso il ministero, la Fismo-Confesercenti ha illustrato la difficile situazione delle imprese della distribuzione proponendo suggerimenti e strumenti per affrontare la crisi

Si è svolto oggi il primo incontro tra il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ed i rappresentanti delle imprese, dei lavoratori e della distribuzione del settore tessile, per affrontare le emergenze che hanno portato ad una crisi sempre più grave e difficile da gestire.
Nel corso dell’incontro presso il ministero, la Fismo-Confesercenti ha illustrato, dati alla mano, la difficile situazione delle imprese della distribuzione proponendo suggerimenti e strumenti per affrontare la crisi.

CRISI SETTORE MODA: LA SITUAZIONE DEL SISTEMA DISTRIBUTIVO: negli ultimi due anni il commercio del settore abbigliamento e moda ha perso 20 mila unità.
Ipotizzare ammortizzatori per le imprese di carattere fiscale.

Anni ’90: la prima crisi: nel decennio scorso il sistema distributivo del settore ha patito una lunga emorragia di chiusure con  30.000 punti vendita in meno e una riduzione di circa 60.000 occupati.
In realtà la crisi era lo specchio di una profonda trasformazione del settore al suo interno: aumento graduale delle grandi superfici di vendita, crescita dei monomarca e del franchising (il 10% dei negozi), primo sviluppo degli outlet.
2000-2006, anni di recupero: in questo periodo gli esercizi sono cresciuti del 2% l’anno mentre proseguiva la trasformazione del settore: si registra una diminuzione forte di  mercerie e di negozi di tessuti.

Negli ultimi 2 anni i dati indicano una nuova crisi: si sono persi altri  7.000 esercizi. Ma se si considerano anche l’ingrosso e l’intermediazione la cifra sale a 20 mila unità in meno.

La variabile principale che influenza la situazione del settore distributivo è, come ovvio, la spesa delle famiglie.
Infatti, soprattutto nel 2008 si registra una forte flessione delle vendite del comparto abbigliamento e calzature pari al 3,6% in termini di fatturato e del 5,4 in termini reali.
Le famiglie in questo momento stanno limitando proprio le spese sui beni durevoli e semidurevoli (quelli il cui acquisto può essere rimandato) e il settore moda ne sta subendo le conseguenze, come dimostrano anche gli andamenti dei saldi che non riescono a far recuperare il calo di domanda in corso d’anno. Ormai circa il 30% del fatturato è realizzato a fine stagione e circa il 60% delle famiglie (indagine Confesercenti-SWG) dichiara di aspettare i saldi per fare acquisti importanti.

Infine, c’è anche sicuramente un legame tra crisi delle produzioni italiane e settore distributivo: spesso le grandi superfici che aprono sono straniere,di conseguenza la crisi del settore tessile impatta anche sul settore distributivo.

La proposta.
Serve una strategia di sostegni per l’intero settore, a partire dalla creazione di ammortizzatori per le imprese facendo leva sul sistema fiscale. Si potrebbe ipotizzare ad esempio una deduzione forfettaria sui ricavi a compensazione del deprezzamento delle merci giacenti in magazzino.

Nota Ufficio Economico Confesercenti