26 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Il prezzo moltiplica del 300 per cento dalla stalla alla tavola

Latte: 9 mld di kg spacciati come made in italy

E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che l’importazione in Italia di latte, latticelli, creme, yogurt e formaggi è stata di 9 miliardi di chili in equivalente latte nel 2008

L’importazione di latte da spacciare come Made in Italy fa chiudere le stalle italiane senza alcun beneficio per i consumatori, ma è ora possibile fermarla con l’estensione dell’obbligo di indicare la provenienza in etichetta a tutti i prodotti lattiero caseari, come previsto dal disegno di legge approvato dall’ultimo Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che l’importazione in Italia di latte, latticelli, creme, yogurt e formaggi è stata di 9 miliardi di chili in equivalente latte nel 2008.

Per il Presidente della Coldiretti Sergio Marini «in Italia salveremo le stalle da latte solo se avremo una etichetta chiara nel latte a lunga conservazione e nei formaggi per distinguere ciò che è italiano da ciò che è sfacciatamente spacciato come italiano. Una necessità che - ha precisato Marini - va accompagnata da norme e controlli per azzerare il commercio di latte in nero e latte irregolare che genera concorrenza sleale e incertezze tra i produttori e dalla riduzione della forbice tra prezzi pagati dal consumatori e quelli riconosciuti agli allevatori che la Coldiretti è impegnata a realizzare con il progetto di filiera tutta agricola ed italiana, firmata dagli agricoltori. La Commissione Agricoltura del Senato ha approvato importanti emendamenti al Decreto sulle quote latte che - ha precisato Marini - accolgono molte nostre richieste, definite dal presidio nazionale istituito dalla Coldiretti e avanzate in sede di audizione alla Commissione stessa. Tra le richieste di modifiche accolte ci sono - ha spiegato il presidente Marini - un primo finanziamento del fondo per la ristrutturazione del settore in favore dei produttori che nel corso degli anni hanno acquistato quote, un migliore posizionamento degli affittuari nella priorità delle attribuzioni di nuove quote, l'eliminazione del 5 per cento quale soglia per l'assegnazione e l’estensione tra i beneficiari anche delle aziende ubicate in zone di montagna. Inoltre - ha continuato Marini - sono state approvate ulteriori norme a garanzia del pagamento della prima rata.

L’importazione riguarda prodotti spesso destinati ad essere lavorati o trasformati in Italia per i quali al consumatore viene mantenuta nascosta - ha sottolineato la Coldiretti - l’indicazione della reale origine che è obbligatoria solo per il latte fresco, ma non per quello a lunga conservazione, per lo yogurt, i latticini o i formaggi. Ne fanno le spese i consumatori che spesso, credendo di acquistare un prodotto del territorio, comprano invece un’anonima mozzarella, caciotta o caciocavallo fatti con latte proveniente da chissà dove senza adeguate garanzie né di qualità. Una situazione che ha fatto crollare i compensi riconosciuti agli allevatori italiani e peraltro - continua la Coldiretti - non ha portato alcun vantaggio economico ai cittadini con i prezzi dei prodotti lattiero caseari al consumo che in Italia sono aumentati in misura rilevante nel 2008.

Un caso eclatante - ha precisato la Coldiretti - è proprio rappresentato dal latte con i prezzi che sono crollati alla stalla del 12 per cento attorno ai 35 centesimi al litro mentre non accennano a diminuire al consumo dove in media si spendono 1,4 euro per ogni litro di latte fresco, con un ricarico del 300 per cento. La salvaguardia del diritto dei consumatori a conoscere la provenienza del cibo che acquistano non ha nulla a che fare con il protezionismo, ma è invece - ha continuato il Presidente della Coldiretti - una misura di trasparenza che favorisce la concorrenza e impegna i produttori a qualificare la propria offerta che è riconoscibile sul mercato. Negli Stati Uniti la stessa amministrazione Obama ha impresso una decisa svolta alla politica alimentare statunitense promuovendo l’ indicazione di provenienza sulle etichette degli alimenti e l’Italia, che è leader in Europa nella qualità alimentare, puo’ ora farsi promotrice – conclude la Coldiretti - di una legislazione di avanguardia.