28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Ddl Brunetta

«Sancita la fine della contrattazione nel settore pubblico»

È questo il commento del responsabile del dipartimento Settori pubblici della Cgil Nazionale, Michele Gentile, al via libera al Senato del disegno di legge Brunetta sulla Pubblica amministrazione

ROMA - «La fine della contrattazione nel settore pubblico, il ritorno alla legge ed il dominio della politica sono i caratteri salienti di un provvedimento che nel passaggio parlamentare il Governo è riuscito addirittura a peggiorare». È questo il commento del responsabile del dipartimento Settori pubblici della Cgil Nazionale, Michele Gentile, al via libera al Senato del disegno di legge Brunetta sulla Pubblica amministrazione. Un testo, aggiunge il sindacalista, «che introduce per legge la derogabilità dei contratti e rida’ nuova linfa alle leggine che tanti danni hanno prodotto nel sistema pubblico».

Più deboli i lavoratori pubblici - Per Gentile, «si è voluto chiudere la stagione della contrattualizzazione del lavoro pubblico, e dell’unità del mondo del lavoro, per rendere più deboli i lavoratori pubblici e privati, attraverso il ritorno al primato della legge». Mentre, continua, «è tutto da scoprire il beneficio che i cittadini utenti dei servizi pubblici, e del sistema delle imprese, trarranno da un disegno che rimette tutta la Pubblica amministrazione sotto il dominio della politica».

Aumenteranno i precari - Quanto agli effetti del provvedimento, il dirigente sindacale Cgil sostiene che «ci ritroveremo con tantissimi precari che perderanno il loro posto di lavoro; con la penalizzazione dei lavoratori disabili; con l’aumento dell’età pensionabile delle lavoratrici; con le retribuzioni tagliate; con contratti di lavoro che non difendono il potere di acquisto; con un sistema contrattuale che penalizzerà il reddito dei lavoratori pubblici; con il ritorno in campo del dominio della politica nella gestione quotidiana delle pubbliche amministrazioni». Per Gentile è, infine, «un risultato fallimentare per tutti coloro che vogliono servizi pubblici di qualità e penalizzante gravemente per i lavoratori e le lavoratrici pubbliche».