2 maggio 2024
Aggiornato 06:00
I fatti del BuonGoverno

Sul nucleare rispettati gli impegni

Infrastrutture ed energia, sono le chiavi del successo di un’economia avanzata

Infrastrutture ed energia, sono le chiavi del successo di un’economia avanzata. Sono i punti dolenti del sistema Italia su cui il governo di centrodestra ha definito le sue priorità sia nel periodo 2001-2006, avviando un grande piano di ammodernamento infrastrutturale, sia nella nuova fase iniziata dieci mesi fa dopo l’infausta interruzione di due anni, che oggi vede realizzarsi un altro impegno del programma con la svolta in campo energetico rappresentata dal ritorno al nucleare grazie a una prima intesa con la Francia. La dipendenza italiana – imprese e famiglie – dal petrolio e dal gas, per circa l’85% del fabbisogno, è strategicamente rischiosa ed economicamente onerosa: basti pensare alla bolletta petrolifera di qualche mese fa quando il barile di greggio aveva sfiorato i 150 dollari. Ma petrolio e gas non bastano tanto è vero che importiamo energia elettrica per circa il 15%, sostanzialmente da centrali nucleari situate poco al di là dei confini nazionali.

Produrre energia elettrica a costi sostanzialmente stabili e in misura sufficiente in funzione dei bisogni crescenti è una necessità strategica e, in prospettiva, produrrà anche notevoli risparmi sulle bollette del gas e del petrolio. Se ne avvantaggeranno l’industria, le famiglie e tutte le attività economiche collaterali, a partire dal settore del turismo, messi al riparo da improvvise carenze di fornitura o da razionamenti.

L’accordo-quadro raggiunto da Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy nel vertice odierno italo-francese prevede un’ampia collaborazione tra i due Paesi che va dalla realizzazione degli impianti allo smaltimento delle scorie. Ad esso si affianca l’accordo tra Enel e Edf che prevede la costruzione di almeno quattro centrali di terza generazione Epr entro dieci anni grazie ad un consorzio a maggioranza italiana aperto ai grandi produttori e consumatori di energia: costo previsto, quattro miliardi di dollari per ogni centrale. Parallelamente, Enel rafforza la sua presenza in terra francese: dopo l’ingresso nella centrale di Flamanville, Enel entrerà con la stessa quota del 12,5% nella nuova centrale di Penly, entrambe in Normandia.

Indipendenza energetica - Con questo accordo, il governo Berlusconi mette le basi per raggiungere l’obiettivo di aumentare l’indipendenza energetica producendo in Italia, entro il 2020, circa il 20% del fabbisogno di energia, grazie ad una tecnologia nucleare che prevede, oltre a bassissimi rischi, anche una quantità di scorie inferiore a quella prodotta dalle vecchie centrali. Per raggiungere questa quota di sicurezza occorreranno almeno otto reattori da concentrare in quattro siti. Le prime centrali verranno realizzate con la tecnologia «Epr», le altre potrebbero coinvolgere Westinghouse e Ansaldo Energia, la controllata di Finmeccanica che progetta gli impianti e produce gli involucri di contenimento del reattore «AP 1000».

Evidenti le ricadute positive in termini di mobilitazione di risorse, produzione, indotto e occupazione. Finite le dispute ideologiche sul nucleare, adesso dovrà essere approvato il ddl sulla reintroduzione del nucleare, secondo i tempi dei lavori parlamentari. Ma il Governo ha fatto la sua parte, ha posto le basi per la realizzazione di un altro impegno programmatico, si è confermato il «governo del fare», protetto dal consenso degli elettori. Una evidenza chiara al Nord come al Sud e di cui tutti devono tenere conto.
La crisi finanziaria ed economica, è stato detto da più parti, è anche un’opportunità. L’Italia, con un sistema creditizio meno «intossicato» di altri paesi, come ripete il presidente del Consiglio, deve dimostrare di essere in grado di esprimere le risorse pubbliche e private in grado di rimettersi in corsa. Infrastrutture ed energia sono passaggi obbligati.