28 aprile 2024
Aggiornato 16:30
Ministero P.A.: TAR respinge ricorso «fannulloni operosi»

Il ricorso proposto dal Codacons è ancora in attesa di fissazione di udienza

Il Ministro Brunetta dopo i falsi malati si “inventa” le sentenze a suo favore

Gravissimo il contenuto della nota diffusa oggi dal Ministero della Funzione Pubblica, secondo cui Il Tar del Lazio avrebbe dichiarato inammissibile il ricorso presentato da alcuni dipendenti pubblici rappresentati dal Comitato fannulloni operosi (Co.f.o) e appoggiati dal Codacons.

Il ricorso del Co.f.o., appoggiato dal Codacons, non è stato ancora deciso ed è in attesa di fissazione di nuova udienza dopo la proposizione di motivi aggiunti – spiega l’associazione – Forse con la diffusione di tale notizia sbagliata si vuole tentare di creare confusione nell’opinione pubblica e nei dipendenti, informando circa un ricorso proposto da dipendenti assolutamente non facenti parte del Co.f.o. e non sostenuti dal Codacons, per il quale il Tar ha dichiarato difetto di giurisdizione senza entrare nel merito dei numerosi motivi di ricorso proposti invece nella richiesta dell’associazione.

Il Ministero deve rettificare immediatamente tale notizia erronea – prosegue il Codacons – in caso contrario agiremo in sede civile e penale per diffamazione ai danni dell’associazione e dei fannulloni operosi.

Ciò a cui fa riferimento la nota della Funzione pubblica è una vecchia sentenza del dicembre scorso che, lungi dall’esaminare la questione di incostituzionalità dell’art. 71, si limita a stabilire quanto segue: «è carente il requisito della rilevanza della questione della legittimità costituzionale ed è inammissibile la censura di eccesso di potere» solo in quanto i ricorrenti avrebbero dovuto – secondo il Tar – instaurare la causa «dinanzi all’autorità giudiziaria ordinaria posto che appartengono a categoria contrattualizzate».

Ci chiediamo – dichiara il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – quale altro intento pubblicitario a favore delle sue sciagurate riforme il Ministro Brunetta abbia in mente, visto che diffonde notizie di sentenze che gli darebbero ragione laddove invece non entrano assolutamente nel merito delle censure. Ci auguriamo vivamente – conclude Rienzi – che le statistiche sulla maggior presenza di dipendenti in ufficio che il Ministro diffonde oramai sistematicamente, non siano fornite seguendo lo stesso criterio riservato alla nota sbagliata odierna».