18 aprile 2024
Aggiornato 16:00
«Siamo arrivati veramente al paradosso» sostengono Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti

Crisi: il Governo opera per dividere

Federconsumatori chiede un tavolo di concertazione con tutte le parti sociali che definisca una moratoria, almeno per tutto il 2009, su prezzi e tariffe

«Siamo arrivati veramente al paradosso» – sostengono Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.
Non bastavano le pessime condizioni economiche in cui versano le famiglie.
Non bastavano i dati disastrosi provenienti da autorevoli istituzioni ed istituti di ricerca che confermano la drammatica crisi che sta attraversando il Paese, tra cui: una pesante caduta del PIL del 2%, un notevole aumento della disoccupazione per circa 900 mila unità ed una forte contrazione dei consumi che si attesterebbe a meno 4-5 %, oltre alle innumerevoli chiusure di piccole e medie imprese.

Non bastavano i risultati del sondaggio proposto da Federconsumatori, che hanno fotografato un dilagante pessimismo per quanto riguarda le previsioni del 2009: alla domanda di come si evolverà la situazione economica nel 2009 il 73% ha risposto in modo negativo; il 15% ha risposto «non so» e solo il 12% prevede una evoluzione positiva.
Anziché intervenire per ridare fiato ai consumi e quindi all’economia del nostro Paese, attraverso l’aumento del potere di acquisto delle famiglie italiane a reddito fisso, si fa un’operazione del tutto opposta, e cioè si collegano gli andamenti economici contrattuali con uno strumento che ne alleggerisce il peso, alleggerendo, allo stesso tempo, le tasche delle famiglie.

Quello che invece si dovrebbe fare è avere strumenti di ricomposizione salariale maggiormente collegati alla realtà, quali un tasso di inflazione che, per pesi delle voci e affidabilità delle rilevazioni territoriali, fosse maggiormente affidabile nel registrare l’evoluzione del costo della vita delle famiglie.
Infatti, abbiamo sempre denunciato come questo tasso di inflazione sia sottostimato, poiché sottostimati sono i pesi nel paniere di voci importanti come quelle assicurative, dei costi bancari o di altri fattori che incidono in maniera importante nel bilancio familiare, ad esempio le voci il mantenimento della propria abitazione, come affitti e mutui. Con queste deficienze già si registrano mancati adeguamenti del potere di acquisto per 600-700 Euro annui.

Già ci sembra del tutto fuori luogo utilizzare strumenti che realizzano un adeguamento insufficiente del potere di acquisto con il reale dato inflattivo, se poi, addirittura, si escludessero gli aumenti derivanti dai costi delle materie energetiche, saremmo davvero alla catastrofe. Basterebbe solo pensare che se avvenisse ipotetico, quanto sperabile, aumento dello sviluppo economico quale ripercussione si avrebbe sul prezzo del petrolio e quindi dei relativi aumenti dei derivati energetici che incidono pesantemente sul potere di acquisto delle famiglie. Si possono ipotizzare con il nuovo meccanismo che si vorrebbe immettere, un’ulteriore mancanza di adeguamento di circa 350 Euro all’anno, che si aggiungerebbero ai 600-700 Euro sopra citati.

Invece di approntare manovre del genere, che non fanno altro che ridurre ulteriormente il potere di acquisto delle famiglie, sarebbe piuttosto necessario:
- un immediato tavolo di concertazione con tutte le parti sociali che definisca una moratoria, almeno per tutto il 2009, su prezzi e tariffe;
- l’adozione di misure per salvaguardare i redditi di chi è allontanato dal ciclo produttivo;
- una riduzione del carico fiscale per 1200 euro per le famiglie a reddito fisso, lavoratori e pensionati.