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Crisi economica

Ricetta anticrisi: vendere le case agli inquilini

Intervento del senatore del Pdl Mario Mantovani, pubblicato su Libero del 17 gennaio 2009

Egr. Direttore,
spesso il Suo giornale, sempre attento ai veri problemi della gente, pubblica articoli che evidenziano diffusi stati d’abbandono e d’incuria che, con frequenza, caratterizzano la gestione delle case popolari, con evidenti disagi per i residenti e lo sgradevole rimbalzo di responsabilità tra Enti locali, Aler e società di gestione. Vorrei in questo senso contribuire con una riflessione, convinto come sono che la proprietà privata risulta essere l’unica risposta a tali cronici problemi. Tale convinzione nasce dalla semplice considerazione che un conto è essere affittuario di una casa, altra cosa è esserne proprietario. Mi spiego.

Tubi rotti, riscaldamenti spenti, scale inagibili, ascensori guasti da anni fino a fenomeni di abusivismo e di illeciti penali: è un quotidiano ed inquietante stillicidio che proviene dalla realtà dell’edilizia pubblica, dal nord al sud del Paese. Basti pensare che solamente al sud il tasso di abusivismo raggiunge il 30%. Tutto questo, al di là di singole vicende locali, dimostra quanto sia difficile riuscire a mantenere efficienti, ordinati e puliti quel milione di appartamenti pubblici e soprattutto le loro parti comuni. Anche l’amministratore più accorto sa quanto sia complesso organizzare i tempi tra la segnalazione di un cittadino, la verifica degli uffici competenti e l’incarico all’imbianchino o all’idraulico di turno. La cronica mancanza di fondi e la burocrazia imperante fanno il resto. Intanto i giorni passano, la crepa nel muro si allarga, le serate al freddo aumentano e la sfiducia nella cosa pubblica cresce.

Il cittadino medio, proprietario di un’abitazione, deve affrontare i medesimi ostacoli di ogni inquilino di case popolari: la tapparella che si rompe, il rubinetto che perde, il muro da sistemare per un’infiltrazione. La differenza è però sostanziale: essendo la casa di sua proprietà avrà l’interesse a vedere immediatamente risolti i problemi e si darà dunque da fare per rintracciare il muratore o l’elettricista di fiducia, sollecitando un pronto e risolutivo intervento. Oppure diventerà lui stesso, all’occorrenza, imbianchino, idraulico o manutentore.
E’ un dato oggettivo: la proprietà privata garantisce il mantenimento e la conservazione delle cose e limita la dissipazione della finanza statale, mentre la cosa pubblica troppo spesso sembra non appartenere a nessuno. Calza un detto diffuso nel comune dove abito «a roba dul cumun l’è roba da nisun» (la proprietà comunale non è di nessuno). E in questo senso va la legge 133 approvata ad agosto, nei primi 100 giorni del governo Berlusconi, che invita le regioni ed i comuni proprietari di case pubbliche a venderne il più possibile ai legittimi affittuari in regola con i canoni.

Il Governo dunque è al lavoro. Il Piano Casa proposto dal nostro Premier in campagna elettorale e rilanciato autorevolmente dal Suo giornale mi auguro trovi fra poche settimane il suo compimento: uno straordinario piano di investimenti pubblici e privati, in collaborazione con comuni, regioni ed imprese per la realizzazione di migliaia di nuovi alloggi per le oltre 600.000 famiglie in attesa di una casa che potrà diventare, attraverso opportune modalità, anche di proprietà.
Caro Direttore, data la sua riconosciuta capacità di incidere sull’opinione pubblica, mi aiuti con il suo giornale a convincere le Regioni a sciogliere i carrozzoni delle case popolari o almeno quelli che non funzionano e soprattutto a firmare l’intesa, prevista per legge, per avviare il Piano Casa Berlusconi.

Cordialità.

Sen.Mario Mantovani
Sottosegretario alle Infrastrutture
Con delega all’edilizia abitativa e statale