23 agosto 2025
Aggiornato 07:30
OSSERVATORIO “Prezzi e Mercati” INDIS-Unioncamere

Inflazione: a novembre prezzi in discesa al di sotto del 3%

Possibile l’obiettivo del 2% entro metà 2009. Mondello: “Recuperare presto il potere d’acquisto delle famiglie per abbreviare il rientro dalla crisi”. Materie prime alimentari in forte calo, in un anno -40% per frumento e mais

La gelata dei prezzi del greggio porta sollievo alla spesa degli italiani che, per Natale, potranno contare sui primi effetti positivi della discesa del petrolio. Dopo il 3,5% toccato ad ottobre, a novembre l’inflazione tornerà a scendere al di sotto del 3%, un punto in meno rispetto al 4,1% toccato nel mese di agosto (il valore più elevato degli ultimi dieci anni).

A questi ritmi, la riduzione delle quotazioni delle materie prime – oltre al petrolio anche i cereali, scesi fino a punte del 43% nell’ultimo anno e del 13% tra settembre e ottobre - potrà favorire una rapida discesa dell’inflazione sotto al 2% già nella prima metà del 2009, a patto che tutti gli attori lungo la filiera dei prezzi collaborino a sostenere i consumi.

Queste le principali valutazioni che emergono dall'Osservatorio «Prezzi e Mercati» di INDIS, Istituto dell'Unioncamere specializzato nella distribuzione e nei servizi.

«La discesa dell’inflazione tra il 2 e l’1% entro la metà del prossimo anno - ha detto il Presidente di Unioncamere, Andrea Mondello – è un obiettivo possibile al quale tutti dobbiamo concorrere. E’ la condizione necessaria per favorire un recupero significativo del potere d’acquisto da parte delle famiglie e preludere al rilancio dei consumi sin dalla metà del 2009. In caso contrario, con uno scenario di inflazione stabilmente al di sopra del 2%, l’esito sarebbe una più severa e prolungata recessione dei consumi, con tutta probabilità estesa sino al 2010. Serve quindi lo sforzo di tutti gli attori lungo la filiera perché già dalla metà del prossimo anno si possa assistere ad un rilancio della spesa e, per questa via, accelerare l’uscita della nostra economia dalla crisi».

LE DINAMICHE IN ATTO
A partire dai mesi estivi l’inflazione al consumo ha descritto una rapida inversione di tendenza, alla base della quale ha agito la diminuzione delle quotazioni del barile di petrolio, diminuito di quasi 100 dollari nel giro di pochi mesi. Di conseguenza, a ottobre i prezzi di benzina, gasolio per auto e gasolio per riscaldamento sono diminuiti di quasi il 20% rispetto ai massimi toccati in luglio.
Negli stessi mesi anche i prezzi dei generi alimentari hanno rallentato la loro corsa: da un massimo superiore al 6% su base annua, registrato ad agosto, l’inflazione di questi generi è scesa al 5,1% a ottobre e, per novembre, si avvia a scendere sotto la soglia del 5%. Il rallentamento è spiegato dal superamento della fase di forte aumento delle materie prime alimentari – che ha toccato il massimo nella seconda metà del 2007 - e dal conseguente forte ridimensionamento di tali prezzi, in particolare del frumento, come documentato sia dai mercati internazionali sia dai dati di Borsa Merci Telematica Italiana per il mercato nazionale (www.bmti.it).

INFLAZIONE ALIMENTARE
In questo scenario di discesa dell’inflazione il mercato alimentare gioca un ruolo centrale poiché un calo dei prezzi, laddove reso possibile dalla diminuzione delle materie prime, gioverebbe soprattutto alla famiglie meno abbienti. Il monitoraggio dell’Osservatorio «Prezzi e Mercati» di INDIS-Unioncamere segnala che è in atto una fase di assestamento dei prezzi alla produzione che si manifesta con un forte calo dell’inflazione alla produzione e, quindi, al consumo. Il rallentamento dei prezzi alla produzione interessa particolarmente gli oli, il latte e i suoi derivati e la pasta. In considerazione della fase non florida attraversata dai consumi, è lecito attendersi che questa tendenza sarà trasmessa a valle rapidamente nel corso dei prossimi mesi.
La prolungata riduzione del prezzo delle materie prime alimentari potrà contribuire in modo significativo a questa tendenza. Nel periodo compreso tra ottobre 2007 e ottobre 2008, i prezzi del frumento duro si sono ridotti del 43% (-5,9% quello importato), quelli del frumento tenero del 36% e quelli del mais del 40%. Tra settembre e ottobre i listini hanno confermato questa tendenza facendo registrare cali, rispettivamente, del 12,8% (frumento duro nazionale), 11,3% (frumento tenero) e 8,7% (mais). Le conseguenti riduzioni attese nei prezzi al consumo dei prodotti della filiera – pasta, pane e altri prodotti derivati – potranno contribuire ad accompagnare più velocemente l’inflazione al consumo tra il 2 e l’1% entro la prima metà del prossimo anno. Dall’inizio del 2009, infatti, i ribassi delle tariffe dell’energia elettrica e del gas – sommati alle iniziative di sostegno di imminente emanazione da parte del Governo – concorreranno ad aprire la strada verso una ulteriore discesa dell’inflazione al consumo.