31 luglio 2025
Aggiornato 03:30
Sui Consorzi agrari si torna ai privilegi del passato

«L’agricoltura italiana non è prerogativa di una sola organizzazione»

Il presidente della Cia Giuseppe Politi replica alle affermazioni del presidente della Commissione Agricoltura del Senato Paolo Scarpa Bonazza.

«Probabilmente da oggi non ha più senso che le organizzazioni agricole professionali si incontrino con il presidente della commissione Agricoltura del Senato. Le affermazioni del sen. Paolo Scarpa Bonazza, per il quale ormai esiste solo un’unica rappresentanza dell’agricoltura italiana, la Coldiretti, gettano un cono d’ombra non solo sulla concertazione, ma sulle stesse istituzioni». E’ quanto sostiene il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi, che giudica molto gravi certe dichiarazioni che suonano come offensive, ingiuste e non certo consone al ruolo di una persona che rappresenta l’istituzione parlamentare.

«Rivolgere accuse gratuite alle organizzazioni agricole, che condividono con la Coldiretti la rappresentanza degli imprenditori agricoli, è assurdo. Il presidente Scarpa Bonazza -sottolinea Politi- forse non ha compreso bene la sua funzione istituzionale, che è soprattutto quella di avere un rapporto dialettico e democratico con tutti quelli che sono portatori di interessi sociali ed economici di categorie produttive».

«Per quanto riguarda le affermazioni sui Consorzi agrari, ricordiamo al sen. Scarpa Bonazza -rimarca il presidente della Cia- che con la nuova legge si torna a quei privilegi che hanno generato, in un passato non tanto lontano, il ‘buco nero’ della Federconsorzi che, invece, di rappresentare un valido strumento al servizio degli agricoltori, è stato unicamente ‘un affare’ nelle mani di pochi. Una gestione scellerata che ha avuto riflessi negativi per l’intera economia agricola».

«Non si tratta, quindi, di essere più o meno padroni, come afferma il sen. Scarpa Bonazza. Si tratta -ha concluso Politi- di essere responsabili e non demagoghi. Lo sviluppo di un settore come quello agricolo non è prerogativa di una sola organizzazione, ma di tutti coloro che, con diritto, operano a fianco e in difesa degli imprenditori. Noi siamo da sempre in prima linea. Non possiamo dire altrettanto di altri che basano, con arroganza, tutta la loro iniziativa nella divisione del mondo agricolo che, al contrario, ha bisogno di essere unito per poter tornare a crescere e a competere».