5 maggio 2024
Aggiornato 10:00
Allarme della Confesercenti Emilia-Romagna

«La crisi economica colpisce pesantemente le PMI del commercio e del turismo»

Secondo un’analisi effettuata dall’ Ufficio Economico di Confesercenti Emilia-Romagna, su dati Infocamere, nei primi 9 mesi del 2008 si registra un preoccupante saldo negativo tra imprese iscritte e cessate

Secondo un’analisi effettuata dall’ Ufficio Economico di Confesercenti Emilia-Romagna, su dati Infocamere, nei primi 9 mesi del 2008 si registra un preoccupante saldo negativo tra imprese iscritte e cessate, di -2.502 imprese di cui –2.038 nel settore del commercio e –464 tra ristoranti e alberghi. Rispetto al totale del commercio si evidenzia particolarmente una performance negativa nel commercio al dettaglio con –1160 imprese e –718 nel commercio all’ingrosso e intermediari.

Disaggregando i dati a livello provinciale si evidenzia per il commercio un saldo negativo in tutte le province che oscilla da –442 imprese a Modena a –94 di Parma e per quanto riguarda ristoranti e hotel, il dato va da –114 di Modena ai –9 di Ravenna.

Anche il saldo che riguarda le imprese di tutti i settori produttivi della Regione da gennaio a settembre 2008 è negativo, pari a 1.197 aziende.
«Il nostro sistema imprenditoriale - afferma Sergio Ferrari, Presidente Regionale Confesercenti- farà tutto il possibile per superare la difficile congiuntura economica, però ha bisogno di una fattiva collaborazione da parte delle amministrazioni pubbliche, sia sul fronte degli investimenti per la competitività del territorio che del contenimento di tasse e tariffe, e da parte del sistema bancario per la tenuta economica delle imprese.»

«È necessario adottare misure efficaci per contrastare questa crisi che appare sempre più pericolosa –afferma Stefano Bollettinari, Segretario Regionale di Confesercenti Emilia-Romagna – e che, come evidenziano i dati della nostra rilevazione, sta colpendo in maniera significativa anche le piccole e medie imprese del commercio e del turismo; occorrono, innanzitutto, misure di livello nazionale per ridare respiro ai consumi, capacità di spesa e fiducia alle famiglie, unitamente a interventi di sostegno alle p.m.i. per l’accesso al credito e riduzione della pressione fiscale, anche riparametrando gli studi di settore che sono basati su un andamento dell’economia ben lontano dalla situazione attuale.»