«Prospettive gravi, parole Berlusconi ‘fanno tenerezza’»
Lapadula (Cgil): «Tremonti gli spieghi che media non possono aumentare consumi»
«Le prospettive di medio periodo dell’economia italiana sono estremamente gravi e in questo quadro le affermazioni fatte oggi dal presidente del Consiglio fanno solo ‘tenerezza’». È quanto afferma in una nota il responsabile del dipartimento economico della Cgil, Beniamino Lapadula. Per il 2008, infatti, spiega il dirigente sindacale, «avremo un Pil negativo pari a circa mezzo punto, che diventerà -1% il prossimo anno. Crollano gli investimenti in macchinari e attrezzature (-4,5%) e gli investimenti in costruzioni (-3,2%) per il 2009. Anche l’occupazione totale, dopo anni di crescita, subirà, sempre per il 2009, una contrazione (-0,3%)». Così come, «la spesa delle famiglie si ridurrà a sua volta, di quasi mezzo punto quest’anno. e poco meno di un punto il prossimo».
Alle luce di questo quadro le parole di Berlusconi «fanno tenerezza». Il presidente del Consiglio, precisa Lapadula, «pensa, infatti, che le televisioni possano fare tutto, compreso il miracolo di mantenere costanti i consumi di milioni di famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese». Ma, continua, «Tremonti dovrebbe spiegare a Berlusconi che i media non possono far aumentare i consumi e che senza una riduzione fiscale a favore di lavoratori dipendenti e pensionati, e senza sostanziosi ammortizzatori sociali per chi perderà il lavoro, i consumi inevitabilmente continueranno a diminuire».
Per quest’anno, fa sapere il sindacalista, «le risorse ci sono grazie al maggior gettito Irpef, e ci saranno anche nel 2009, grazie alla riduzione dei tassi di interesse che genererà un forte risparmio sul servizio del debito pubblico. Eppure il ‘sperministro’ dell’Economia ne vuole impiegare solo una piccola parte: riduzione/rinvio acconto Irpef, riduzione Irap-Ires, Iva per cassa. Tutte misure a favore del blocco sociale su cui poggiano le fortune elettorali di questo governo, blocco già beneficiato con l’allentamento del rigore fiscale deciso con i decreti di questa estate». Infine, conclude Lapadula, «Boatos sostengono che Tremonti voglia tenere da parte qualche miliardo di euro per quando la crisi si aggraverà, ma allora sarà troppo tardi».
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