28 agosto 2025
Aggiornato 05:30
«Brunetta attacca alla cieca e sprofonda nel solito populismo»

Fannuloni o macachi?

«E' il Paese delle rendite, dei poteri forti e quello dei fannulloni, che spesso stanno a sinistra». Questa è l'ultima deriva populista del ministro Brunetta nel suo intervento durante l'Assemblea dei «Circoli del buongoverno»

«E' il Paese delle rendite, dei poteri forti e quello dei fannulloni, che spesso stanno a sinistra». Questa è l'ultima deriva populista del ministro Brunetta nel suo intervento durante l'Assemblea dei «Circoli del buongoverno». Sembra l'ennesima battuta ma se si guarda con attenzione, le parole del titolare del dicastero della Funzione Pubblica sono soppesate e volute.

Questo è un chiaro segnale della controffensiva voluta da Berlusconi incapace di rispondere alle vere esigenze del paese e di frenare il costante calo di consenso che caratterizza il suo autunno nero. Una semplice, ma efficacie, strategia di comunicazione. Spostare l'attenzione su altri argomenti di minore importanza e scaricare le colpe sugli altri. Ma la novità di questa ennesima pessima pagina della storia del governo italiano sta nel fatto che, non sapendo più a cosa appellarsi, si lanciano insulti e offese contro gli avversari non degne di personalità che dovrebbero guidare il paese.

Berlusconi attacca con «imbecilli» e «coglioni». Gasparri risponde con «stupido» e «incapace». Brunetta conclude (?) con «fannulloni di sinistra». In un paese normale tutto questo farebbe inorridire l'opinione pubblica, in Italia no. Si getta benzina sul fuoco della tensione e della paura, la si combatte con spot pubblicitari o con populismo spicciolo e se non si trovano riscontri positivi si da la colpa a Veltroni o Epifani. Si crea un nuovo modello comportamentale suffragando il concetto che è colpa degli altri perché stupidi e imbecilli. Una vera didattica per le famiglie e l'educazione dei ragazzi.

E proprio a dimostrazione che mai e poi mai si deve ammettere di aver sbagliato, Brunetta rincara la dose di polemica e di falsità quando davanti ai cronisti replica: «se è vero che i fannulloni non sono né di destra né di sinistra, ma si sono sempre configurati come una categoria eterna dell'opportunismo lavorativo - ha dichiarato - è altrettanto vero e dimostrato che certo sindacalismo di sinistra ha sempre difeso i fannulloni anche quando questi erano indifendibili». E poi ha aggiunto: «E' altresì vero che il sindacalismo di sinistra ha sempre rifiutato la meritocrazia, il controllo gerarchico, quello di produttività, premiare i migliori, punire gli opportunisti».

Indignazione nel mondo politico e nella Cgil. Per Cesare Damiano, ministro ombra del Lavoro del PD, «dire che i fannulloni sono di sinistra è come dire che i macachi sono di destra, sono battute paradossali, senza senso, infondate, che dimostrano come il governo utilizzi categorie ideologiche che prescindono da un'analisi seria e reale dei fatti». «Del resto - ha aggiunto - la dimostrazione sta nel fatto che in un periodo di crisi straordinaria si scelga programmaticamente la strada dello scontro, dell'esibizione muscolare e della divisione del sindacato. Sarebbe invece necessario creare nel Paese uno spirito di unità, con un concorso di forze in grado di affrontare la situazione».

«Attenzione ministro Brunetta, la lotta ai fannulloni può essere sostenuta - e noi lo abbiamo fatto l’altro giorno in commissione Affari Costituzionali al Senato - a condizione che non sia nè di destra nè di sinistra, ma nell’interesse dei cittadini per bene e per un Paese migliore. Se divenisse, invece, il pretesto per fare un brutale spoil system o per emarginare nelle amministrazioni pubbliche chi ha idee diverse dal ministro, sappia che la nostra opposizione e la nostra azione di denuncia saranno durissime». Così Linda Lanzillotta, ministro della Pubblica Amministrazione del governo ombra del PD.

Molto stizzita è stata la risposta di Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil. «Ci dia la prova di quello che afferma, perché se non ha prove è un bugiardo. Questi toni non sono quelli necessari per un Paese che sta attraversando una crisi molto grave. Ci vorrebbe più serietà - ha concluso Epifani - e attenzione alle cose che si dicono. Soprattutto sarebbe utile misurarsi sulle proposte che sono in campo, cioè l'unica cosa di cui non si parla».

A.Dra