L’Antitrust interviene sui rincari dei concimi
L’impennata di questi costi alla base della mobilitazione che si sta sviluppando in tutto il Paese
Il presidente della Confederazione Giuseppe Politi aveva chiesto di verificare all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato se, nel settore, ci sono stati aumenti anomali e ingiustificati o se si è creato un vero e proprio «cartello» da parte delle industrie e dei distributori, compresi i Consorzi agrari. Il compito di verifica affidato alla Direzione Agroalimentare e Trasporti. L’impennata di questi costi alla base della mobilitazione che si sta sviluppando in tutto il Paese.
L’Antitrust interviene sui rincari dei concimi. La richiesta avanzata dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori, lo scorso mese di ottobre, ha trovato un pronto riscontro da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato che ha attribuito, per competenza, alla Direzione Agroalimentare e Trasporti il compito di verificare, come denunciato nella segnalazione dell’Organizzazione, se ci sono stati aumenti anomali e ingiustificati o se si è creato un vero e proprio «cartello» da parte delle industrie e dei distributori, compresi i Consorzi agrari.
Nella lettera inviata al presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà, il presidente della Cia Giuseppe Politi denunciava, infatti, una situazione non più sostenibile per le imprese agricole che sono costrette ad acquistare concimi a prezzi sempre elevati. In pochi mesi questi prodotti hanno subito rincari che hanno superato, in media, il 60 per cento. E questa tendenza sembra inarrestabile, nonostante il calo dei prezzi del petrolio e delle materie prime.
Sempre nella segnalazione all’Antitrust, il presidente della Cia metteva che l’impennata fortissima dei prezzi dei concimi -che rappresentano circa l’11 per cento dei consumi intermedi in agricoltura- si è avuta nel 2008 e riguarda tutti i prodotti utilizzati dagli agricoltori. Rispetto alle quotazioni registrate nel 2006, le impennate dei prezzi sono state vertiginose. In alcuni casi si sono verificati aumenti addirittura del 600 per cento.
Oltretutto, se si fa un raffronto con altri paesi, i prezzi dei concimi in Italia -faceva nota Politi- risultano superiori alla media. L’84 per cento dei prodotti è pagato dai nostri produttori più di quanto avviene in altri paesi. Per quasi la metà dei concimi, la differenza di prezzo è superiore del 15 per cento. Per il mais e il grano duro, i prodotti costano in Italia il 17 per cento in più.
Uno scenario sempre più allarmante per gli agricoltori che fanno i conti con rincari così repentini che non hanno, secondo la Cia, giustificazioni plausibili, anche in presenza degli aumenti delle materie prime. E proprio questo aspetto è alla base della mobilitazione che la Confederazione sta sviluppando in questi giorni in tutto il Paese e che avrà il suo momento «clou» giovedì prossimo 20 novembre a Roma, quando si svolgerà, davanti la sede della Camera dei deputati, un sit-in con la partecipazioni di un gran numero di agricoltori. Per l’occasione verranno presentate proposte e indicazioni per ridurre i costi produttivi e egli oneri sociali e per garantire alle imprese gli strumenti indispensabili per operare con efficacia sul mercato.
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