27 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Rincari e crisi economica

Adoc: «Detassare la tredicesima»

«In media 300 euro di più per famiglia, 1/3 andrebbe a coprire debiti accumulati nell’anno»

La tredicesima? Un tempo un’extra per spese aggiuntive, per lo più natalizie. Oggi, un’entrata irrinunciabile che serve a coprire quasi interamente tutte le spese ordinarie. E che per l’Adoc è necessario detassare, per fornire un minimo di ritorno economico alle famiglie.
«Causa i forti rincari di quest’anno, che hanno provocato un maggior esborso per le famiglie di 1700 euro, su una tredicesima di 1400 euro circa l’85% se ne andrà per pagare la rata del mutuo, le bollette di luce e gas, l’Rc Auto e le spese natalizie come i cenoni– commenta il Presidente dell’Adoc Carlo Pileri – oltre alle spese per la benzina e le altre scadenze mensili.

Un salasso per le famiglie italiane, che praticamente hanno già speso la tredicesima prima di incassarla e che oggi più che mai fanno affidamento sul surplus di stipendio per fronteggiare la crisi. Un surplus che riteniamo debba essere detassato, in modo da fornire un minimo ritorno economico. Con quest’intervento, infatti, le famiglie avrebbero a disposizione, in media, 300 euro in più. Di cui il 60% sarebbe dedicato agli acquisti e ai regali, mentre più di un terzo andrebbe a coprire i debiti accumulati durante l’anno. Che per famiglia ammontano mediamente a 15mila euro.»

Se la detassazione sarà applicata, per l’Adoc è necessario anticipare i saldi a prima delle feste natalizie, come avviene con successo in altri Paesi.

«Auspichiamo che i saldi, a livello nazionale, vengano anticipati al 20 dicembre – continua Pileri – altrimenti con la detassazione ci sarebbe il rischio di un aumento della spinta inflazionistica, che vanificherebbe tutti i vantaggi. In altri Paesi, come negli Stati Uniti, la stagione dei saldi parte a fine novembre, in Inghilterra prima di Natale. E’ un auspicio che incontra il parere favorevole del 72% dei consumatori, che sarebbero disposti a fare più acquisti se i saldi fossero anticipati. Saldi veri e non piccoli sconti, che bocciamo categoricamente. Non servono a nulla e rischiano, se non gestiti col controllo l’accordo delle Associazioni dei consumatori, di essere uno specchietto per le allodole. Se nessuno controlla la veridicità degli sconti potrebbe tornare il fenomeno già visto con i saldi, ovvero l’aumento di prezzo prima dell’avvio e la successiva applicazione di uno sconto finto. In questi casi serve la garanzia data dall’obiettività delle Associazioni dei consumatori».

Secondo l’Adoc, alle spese ordinarie potrebbero aggiungersi quelle per i regali di Natale, per cui è prevista una leggera flessione.

«La spesa per i regali dovrebbe aggirarsi sui 150-200 euro – conclude Pileri – spesa che prevediamo si ridurrà di circa il 15-20% rispetto allo scorso anno. Segno di una purtroppo cronica difficoltà finanziaria delle famiglie a far fronte alle spese, sia ordinarie che straordinarie. La stangata sui prezzi rischia di trasformare il Natale da momento di gioia a momento di angoscia. Un ulteriore aiuto per i consumatori potrebbe venire dall’aumento della detassazione dei buoni pasto, il cui potere d’acquisto si è dimezzato negli ultimi 10 anni. L’Italia è l’unico grande Paese che ancora non si è accorto che con 5,35 euro è impossibile pranzare fuori né tantomeno è possibile fare una spesa alimentare decente».