3 maggio 2024
Aggiornato 12:30
Nelle stime dell'Unione europea il Pil per l'Italia sarà negativo anche nel 2009

Crisi, pessimismo UE

E' quanto anticipa questa mattina il quotidiano Repubblica secondo cui la risposta che arriverà oggi da Bruxelles sarà impregnata di pessimismo

Nelle stime dell'Unione europea il Pil per l'Italia sarà negativo anche nel 2009. E' quanto anticipa questa mattina il quotidiano Repubblica secondo cui la risposta che arriverà oggi da Bruxelles sarà impregnata di pessimismo. Le previsioni economiche d'autunno del responsabile Ue agli Affari economici, Joaquin Almunia, non solo taglieranno tutte le cifre precedentemente pubblicate dalla Ue, ma anche quelle decisamente negative emesse 10 giorni fa dal Fondo monetario internazionale.

Secondo le indiscrezioni filtrate alla vigilia - scrive il quotidiano diretto da Ezio Mauro - l'economia europea andrà leggermente più piano di quanto previsto dall'Fmi, che parlava di una crescita dello 0,4% nel 2008 e dello 0,2% nel 2009. Per i paesi della moneta unica le cose andranno ancora peggio: l'economia di Eurolandia resterà inchiodata intorno allo 0%. E gli sprazzi di crescita, minati da mille incertezze, non torneranno prima del 2010.

Considerazioni che, come sempre, quando si parla di Italia diventano ancora più cupe. Bruxelles si accinge infatti a spingere la Penisola verso la recessione, confermando, salvo qualche leggera limatura, le previsioni dell'Fmi: crescita negativa per quest'anno (-0,1%) e per il prossimo (-0,2%). Arretrando l'economia, oltretutto, il deficit è destinato a salire rispetto all'1,6% con cui è stato chiuso il 2007: nel 2008 dovrebbe schizzare al 2,5% e nel 2009 potrebbe ulteriormente salire, avvicinandosi pericolosamente al limite del 3% fissato dal Patto di stabilità dell'Ue. Non solo mettendo a rischio l'equilibrio dei nostri conti pubblici, ma minacciando anche il mantenimento della promessa fatta all'Europa di pieno risanamento entro il 2011. Sarà invece in leggera discesa il debito pubblico, che però rimarrà ben al di sopra del 100% mettendo sotto pressione l'intero sistema economico del Paese.