25 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Energia

Chiusura “Sogin spa” e ricerca idrocarburi

Assessori regionali contro emendamenti disegno legge

Gli assessori regionali all’Ambiente ritengono che non vi sia più attinenza tra il disegno di legge n. 1441 «Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia» e l’attuale testo uscito dalle Commissioni parlamentari. Un cambiamento in corso d’opera che può anche comportare delle ripercussione negative sui territori e sulle popolazioni interessate alle misure di messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi presenti in alcuni siti oppure espropriare le Regioni di competenze costituzionali.

Ciò è dovuto alla lunga serie di emendamenti parlamentari che hanno fortemente innovato lo schema iniziale del disegno di legge adesso in approvazione. Per questo la «Commissione ambiente e protezione civile» delle Regioni, coordinata dall’assessore calabrese Silvio Greco, ha deciso di inviare un documento alla Conferenza dei presidenti delle Regioni per una presa di posizione istituzionale.

Due gli aspetti su cui è stata raggiunta l’unanimità tra gli assessori: l’inopportunità di chiudere la «Sogin Spa» che ha delicatissime attività in corso nel settore dei rifiuti radioattivi; l’illegittimità per l’estromissione delle Regioni dalle procedure di valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione alla perforazione per la ricerca di idrocarburi.

«Abbiamo rilevato - ha detto Silvio Greco, coordinatore della Commissione - che alla base di questo comportamento c’è sicuramente la volontà di riscrivere unilateralmente le competenze che la Costituzione assegna alle Regioni in materia di ambiente, tutela del territorio ed energia».

«Per questo - ha aggiunto l’assessore calabrese all’Ambiente - dobbiamo far capire al Governo e al Parlamento, che certe decisioni centraliste sono prima di tutto illegittime e che stanno all’opposto del processo federalista appena avviato. Inoltre, inibiscono il principio di partecipazione democratica e sussidiarietà. Le scelte imposte dall’alto, senza informazione e confronto con la popolazione ed il territorio, rendono quasi impossibile la soluzione consensuale di questioni così rilevanti come i siti nucleari o le concessioni per i pozzi di petrolio o di metano».

Nel merito degli emendamenti parlamentari, al centro del documento della Commissione, gli assessori all’Ambiente hanno sottolineato che sul permesso di ricerca di gas e petrolio la Regione viene addirittura estromessa dall’Ufficio territoriale minerario per gli idrocarburi e la geotermia e che con la chiusura della Sogin Spa c’è il rischio di un rallentamento anche delle prescrizioni cogenti come quella sulla solidificazione dei rifiuti liquidi radioattivi presenti nel sito Eurex di Sallugia ed in generale dell’intero processo di ‘decommition’ dei rifiuti radioattivi esistenti in Italia.