28 agosto 2025
Aggiornato 03:00
Concorsi pubblici

«Concorsi per residenti, il precedente 10 anni fa, a Lazzate»

«Sulla priorità per i residenti nei bandi pubblici, la Lega si è sempre battuta perché ciò avvenisse»

Sulla priorità per i residenti nei bandi pubblici, la Lega si e' sempre battuta perché ciò avvenisse. Basta tornare indietro di 10 anni, quando a Lazzate il sindaco Cesarino Monti, oggi senatore, fece un bando pubblico per la copertura di un posto di collaboratore professionale con relativa delibera in cui i residenti che partecipavano al concorso avevano tre punti in più.

E' quanto si legge in una nota dell'ufficio stampa della Lega Nord al Senato che ricorda come iniziò proprio da Lazzate, comune di 7 mila abitanti, in provincia di Milano, «la guerra contro la gerontologia legislativa e la burocrazia romana». A Monti, dopo l'espletamento del concorso, il prefetto di Milano intimò di ritirare la delibera e di far dimettere la vincitrice, una signora di Lazzate. Due importanti esponenti della sinistra di allora, Franco Bassanini e Nando Dalla Chiesa, così si esprimevano, il primo sull' Unità: «Concorsi padani ? sbagliato criminalizzarli», mentre il secondo, in una dichiarazione disse testualmente: «Sono d'accordo con il sindaco di Lazzate». «Roma - spiegò Monti in un incontro pubblico pochi giorni dopo l'intimazione del prefetto - continua regolarmente a cassare tutte le delibere che agevolano i propri residenti. Solo Lazzate e' riuscita a fare una assunzione grazie ai punti supplementari della residenza e se, per qualsiasi motivo si dovesse richiedere il licenziamento della nostra dipendente, io mi dimetterò immediatamente».

Ecco le tappe di quella vicenda: 12 maggio 1999 il prefetto ordina al comune di lasciare a casa la dipendente. Risponde Monti: «se proprio vogliono, licenzino me». 2 giugno: i carabinieri notificano al sindaco di Lazzate la diffida del prefetto. 23 luglio: il prefetto sospende il sindaco di Lazzate. Sempre il 23 militanti della Lega Nord, davanti alla prefettura di Milano, vengono respinti violentemente dalle forze dell' ordine; 24 Luglio, replica di Monti al prefetto Sorge in occasione del congresso straordinario della Lega a Varese : «Caro Sorge, non sono un mafioso, ne' un delinquente, ho fatto solo quello che la mia gente vuole». Il 27 luglio diecimila persone a Lazzate manifestano solidarietà al sindaco. Bossi lo stesso giorno: «Dopo l'attacco del prefetto Sorge, la delibera di Monti sarà estesa a tutti i comuni amministrati dalla Lega. La gente deve sapere che votando un sindaco della Lega non votano un semplice amministratore ma votano una persona che spinge per un vero cambiamento». Agosto 1999: il governo ha deciso, cancellando il provvedimento del prefetto milanese, di riammettere al suo incarico il Borgomastro, fermo restando però l'annullamento della delibera relativa al «concorso padano».

Ma Monti non si ferma: «Se pensano di reintegrarmi in cambio del licenziamento dell' impiegata comunale possono scordarselo. Aspetto che dal ministero mi scrivano, nero su bianco, che sono ancora il sindaco di Lazzate così come hanno deciso gli elettori». Il finale e' del 5 luglio 2000 il Governo D'Alema cede. Con un telegramma del direttore generale Gelati, il ministero dell' Interno dichiara che la delibera sui concorsi padani «non e' stata ritenuta, ad una più attenta valutazione, potenzialmente lesiva dell' unità di ordinamento giuridico anche in considerazione della limitata sfera di efficacia soggettiva che la contraddistingue». Attualmente la signora e' dipendente del Comune di Lazzate.