23 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Telefonia

Gasbarri: «il mistero dell'internet key di Vodafone»

Su pubblicità ingannevole intervengano governo, Agcom e Antitrust

«E' in atto in Italia una speculazione di Vodafone e di altri operatori ai danni dei consumatori con Internet Key per la navigazione sulla rete mobile?». A chiederlo è il sen. Mario Gasbarri che ha firmato un'interrogazione al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti insieme al vicepresidente Luigi Zanda, al capogruppo in commissione Lavori Pubblici Marco Filippi e ad altri senatori nella quale si spiega come da oltre un anno venga venduto sul mercato un prodotto che avrebbe dovuto abbattere il digital devide sui collegamenti ad alta velocità e che si sta rivelando invece soltanto un danno per coloro che lo acquistano.

«La Vodafone - spiega Gasbarri - a partire dall'autunno del 2007, ha avviato una dispendiosa campagna pubblicitaria per vendere ai consumatori una Internet Key, al prezzo di 200 euro, con la quale garantiva agli acquirenti la possibilità di connettersi con il proprio computer alla rete Internet ad una velocità di 7,2 Mbps in downlink (HSDPA) e 2 Mbps in uplink (HSUPA). Vodafone per il suo ottimale funzionamento mette a disposizione della clientela diversi tipi di contratto-abbonamento obbligatoriamente biennale tanto che il recesso anticipato è sottoposto alla corresponsione di penale da parte dell’utente».

«Ma il servizio non corrisponde a quanto proposto - aggiunge il senatore del Pd - In realtà, infatti, per funzionare al meglio, la Internet Key ha bisogno di ponti radio da 3 Giga, in grado di sostenere alte velocità di connessione e di trasmissione dati. In pratica, la Internet Key funziona quasi esclusivamente nei grandi centri urbani. Ma non è tutto: gli acquirenti della Internet Key di Vodafone hanno iniziato ad avere problemi di connessione ad alta velocità quando, proprio a seguito della campagna pubblicitaria, la domanda del prodotto ha conosciuto un'autentica impennata, provocando la «saturazione di banda». Infatti, a differenza del cavo, l'Umts e il Gprs dividono la capacità della banda per il numero dei richiedenti. Tale situazione ha creato non pochi problemi agli acquirenti della Internet Key di Vodafone, tanto che sono sempre più numerosi coloro che denunciano una velocità di connessione ad Internet molto inferiore a quella pubblicizzata, pari se non appena superiore all'analogico; il distacco «spontaneo» della connessione, anche a distanza di pochi minuti dall’avvio, perché il «remote» non risponde; un andamento della velocità di crociera che tende immediatamente dopo la connessione a scendere verso lo 0 e quando va bene, la stessa raggiunge a regime la punta di 20-max-30KB/s in download e di 45-50 KB/s in upload. In media, la velocità media di navigazione è di 6, 7, 10 KB/s; nei fine settimana, si segnalano lunghe pause senza segnale».

«A complicare il funzionamento della Internet Key - prosegue - vi è il fatto che Vodafone consegna il prodotto senza software, costringendo la clientela a «scaricarlo» dal sito internet della società, ed ogni comunicazione tra la società e l'utente avviene solo via SMS, attraverso la scheda inserita nella chiavetta e sta proseguendo nella distribuzione del prodotto, pur essendo ormai consapevole dell'impossibilità di mantenere i patti stipulati con gli utenti».

«E' necessario - conclude Gasbarri - che il governo intervenga sia direttamente sia attraverso l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, per tutelare gli acquirenti della Internet Key di Vodafone e verificare se anche altre società di telefonia mobile abbiano adottato iniziative commerciali per vendere ai consumatori, con «pubblicità ingannevole», prodotti con prestazioni del tutto simili a quelle fornite da Vodafone».