8 maggio 2024
Aggiornato 14:30
A Treviso convegno sullo Sviluppo rurale

Zaia: «Avanziamo all'Europa richieste precise»

Sulla crisi: «La terra non è carta, ma ha comunque bisogno di risposte sul fronte della politica agricola comunitaria, che dovrà diventare più rispettosa dei territori e più rispondente alle caratteristiche della nostra agricoltura»

«L’Italia ha fatto richieste precise. Abbiamo 29 voti e li faremo valere tutti fino alla fine dei negoziati».
Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia non ha dubbi e da Venegazzù, in provincia di Treviso - dove oggi ha concluso i lavori del convegno internazionale «Le nuove sfide dello sviluppo rurale in Italia fra Health Check e riforma del bilancio Ue» - è tornato sui temi di più stretta attualità in agricoltura, a partire dalla chiusura dei negoziati per la riforma della PAC, chiusura fissata al 17 e 18 novembre prossimi.

Il Ministro ha ribadito le richieste italiane ed ha dettato la sua ricetta per affrontare la crisi economica che ha investito, seppur in maniera più contenuta, anche il comparto agricolo. «La terra non è carta, ma ha comunque bisogno di risposte sul fronte della politica agricola comunitaria, che dovrà diventare più rispettosa dei territori e più rispondente alle caratteristiche della nostra agricoltura».

«L’Italia – ha ribadito Zaia - ha fatto richieste precise: un milione di tonnellate in più di latte, ossia un aumento, rispetto all’attuale quota di 10 mln e 800 mila tonnellate, pari a circa il 10%, e un fondo straordinario di gestione del «soft lending», cioè di quell’atterraggio morbido che, dopo la fine del regime delle quote, riteniamo sia necessario per poterci misurare ad armi pari su un mercato che metterà a confronto i prezzi dei nostri prodotti con quelli, ad esempio, della Romania. Per intenderci il prezzo del nostro latte, oggi fissato a 38-40 centesimi al litro, con quello rumeno che costa 23 centesimi al litro».
«Chiediamo ancora – ha aggiunto Zaia - una modulazione più contenuta, cioè un passaggio più contenuto di risorse dal primo pilastro (il mercato) al secondo (lo sviluppo rurale) della PAC. Non condividiamo infatti il 23% di risorse trasferite proposte dal Commissario Europeo, ma puntiamo ad ottenere una percentuale variabile dal 5 all’8% al massimo.

«Chiediamo inoltre – ha precisato il Ministro - la proroga al 2013 del regime di disaccoppiamento parziale per il tabacco, proposta cha valuteremo il 4 novembre a Verona, dove si terrà un summit con altri otto ministri di Paesi a vocazione tabacchicola. Chiediamo infine maggiore flessibilità per l’art. 69, cioè per gli interventi straordinari nel comparto agricolo, che cambierà presto nome in art. 68».
«La Rete di Sviluppo Rurale – ha concluso il Ministro - è una grande occasione di valorizzazione e sostegno dei territori, soprattutto in questo momento di profonde modifiche delle politiche comunitarie. La Rete funziona, porta risorse fresche dall’Europa ai territori, con una leva economica importante che è quella del cofinanziamento regionale e nazionale. In questo contesto va ricordato che la nostra proposta di federalismo consentirà, mantenendo sui territori buona parte delle entrate fiscali, di creare nuove, importanti opportunità di sviluppo del comparto».