«Sul futuro di Arena è ancora d’obbligo il condizionale»
«Dovremo essere nelle condizioni di mettere la parola fine a tre anni di riorganizzazioni e cessioni che hanno decimato i livelli occupazionali del gruppo»
ROMA - «Dopo la certificazione del piano industriale di Arena da parte di Axil Partners, su mandato di JPMorgan, dovremo essere nelle condizioni di mettere la parola fine a tre anni di riorganizzazioni e cessioni che hanno decimato i livelli occupazionali del gruppo.
Sull’altare del rilancio del gruppo sono stati ‘sacrificati’ circa mille posti di lavoro per i quali si sono individuate soluzioni alternative anche grazie all’intervento di competitori del comparto avicolo e ad un piano di ammortizzatori sociali tale da scongiurare un trauma occupazionale che sarebbe stato del tutto inaccettabile.
Il condizionale sul futuro di Arena è ancora d’obbligo sino a quando non saranno stati definiti il futuro dei 150 dipendenti di Montagnana e l’accordo di filiera nel Molise in grado di sostenere il rilancio dello stabilimento di Bojano, realtà che dovrebbe raggiungere nel prossimo futuro circa 800 unità a fronte delle 550 attuali.
Abbiamo ora l’occasione di cogliere finalmente, dopo una crisi causata da ragioni legate alle scelte finanziarie del passato e non al fattore-lavoro, un’occasione di sviluppo del gruppo anche se circoscritta ad un perimetro regionale di Arena.
Il futuro di Arena passa attraverso l’assunzione di responsabilità dell’intera filiera e strategie industriali fondate sulla qualità delle produzioni, sulla certificazione di filiera, sulla responsabilità etica e sociale dell’impresa.
I lavoratori, arrivati a questo punto, non sono più disposti e disponibili a sacrificare il lavoro in favore di qualsivoglia idea di finanza creativa come quella messa in atto negli ultimi anni dalla proprietà di Arena».