29 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Le misure varate dal governo non fanno gli interessi dei cittadini

La bufala dei mutui

Sono passati quattro mesi dall'accordo raggiunto tra il governo e le banche per la rinegoziazione dei mutui, e già si è capito come questo sia un accordo che conviene più alle banche che non ai cittadini

Sono passati quattro mesi dall'accordo raggiunto tra il governo e le banche per la rinegoziazione dei mutui, e già si è capito come questo sia un accordo che conviene più alle banche che non ai cittadini.

Come funziona questa rinegoziazione? La rinegoziazione è una possibilità offerta a chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile prima del 28 maggio 2008. L'adesione all'accordo comporta una rata più bassa, ma non cambia le altre condizioni, per cui il cliente a fine mutuo dovrà pagare un conto accessorio nel quale è stata trasferita la cifra rimanente. Pertanto la rata si abbassa, ma la durata del mutuo si allunga, spesso di parecchi anni.
Durante il governo Prodi, la legge Bersani aveva introdotto invece la surroga che prevede il trasferimento senza alcuna spesa accessoria del proprio mutuo dalla vecchia banca a un'altra, che naturalmente offre condizioni più convenienti. L'unica spesa dovrebbe essere il pagamento di una tassa ipotecaria di 35 euro: non è previsto alcun passaggio dal notaio, alcuna nuova perizia e senza il pagamento dell'imposta sostitutiva. Le banche però fanno molte difficoltà di fronte a una richiesta di surroga, e propongono spesso il più oneroso trasferimento, che comporta la chiusura del vecchio mutuo e l'accensione del nuovo in un'altra banca.

L'ennesima illusione creata dal governo Berlusconi a milioni di cittadini, che avevano sperato di poter diminuire le loro rate mensili dei mutui. La realtà non è così, infatti da un'indagine svolta dal quotidiano «la Repubblica», si denota, tramite le segnalazioni dei cittadini, come la rinegoziazione sia impossibile da attuare.

Leggendo alcune segnalazioni si può capire come per diminuire le rate un centinaio di euro bisognerebbe continuare il mutuo per almeno una decina di anni, con una spesa aggiuntiva di migliaia di euro, che a secondo dell'importo dei mutui potrebbero arrivare a centinaia di migliaia di euro.

Riportando alcuni commenti si può ulteriormente capire come questa rinegoziazione, sia quasi una vera e propria truffa. Ad esempio, Raffaele Romano dichiara: «A fronte di un risparmio di circa 40.000 euro in 26 anni, ne dovevamo pagare 120.000 in ulteriori 19», o Giovanni Bazzocchi: «Quando avrò terminato di pagare il primo mutuo, sul conto accessorio avrò un debito residuo di 144.000 euro. Finirò di pagare il mutuo nel 2074 quando avrò 108 anni! Tutto sommato di buon augurio!». Alcuni dichiarano addirittura di essere stati sconsigliati a rinegoziare il mutuo dalla banca stessa.

Queste sono due delle centinaia di segnalazioni raccolte dall'indagine del quotidiano, che fanno capire come le speranze dei cittadini di poter far pesare di meno le rate sulle proprie finanze siano andate disilluse.

Sulla questione è intervenuto il ministro ombra delle Infrastrutture Andrea Martella, commentando i dati dell’inchiesta di Repubblica sulle denunce dei consumatori che hanno chiesto di usufruire delle norme sui mutui.
«Basta vedere le testimonianze di tutti quei cittadini che in queste settimane hanno potuto constatare, direttamente con la loro banca, l’inefficacia della rinegoziazione dei mutui che consente un abbassamento delle rate ma a fronte di un aumento degli interessi e della durata del mutuo», dichiara Martella che aggiunge: «Al contrario – prosegue Martella – la portabilità dei mutui, prevista dalle norme Bersani, prevede un effettivo risparmio per i cittadini che possono scegliere tra più offerte quella più conveniente con un effettivo risparmio».
Il ministro ombra conclude poi evidenziando come il governo,con l'accordo sulla negoziazione, abbia «guardato agli interessi di tutti tranne che quelli dei cittadini. Non è un caso che di fronte al decreto Bersani ci siano state molte resistenze mentre di fronte alla soluzione Tremonti le banche abbiano aderito immediatamente».

F.G.