30 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Allevamenti

Marocco: per la prima volta un focolaio di Peste dei piccoli ruminanti

La FAO assiste le autorità regionali a contenere la malattia

La FAO sta aiutando il Marocco nella sua battaglia contro un focolaio epidemico di peste dei piccoli ruminanti (PPR), che potrebbe causare la morte di milioni di pecore e capre e diffondersi nei paesi vicini.

Finora sono stati registrati 133 casi in 29 province.

La PPR è una malattia virale molto contagiosa che colpisce capre e pecore e piccoli ruminanti selvatici. Si trasmette attraverso il contatto, e nelle sue forme acute è caratterizzata da febbre alta, secrezioni agli occhi ed al naso, ulcere nel cavo orale, lesioni necrotiche e corrosive delle mucose, respiro affannoso e diarrea.

Il tasso di mortalità può raggiungere l’80 per cento, ma nei casi «super acuti» anche il 100 per cento, e gli animali muoiono durante la prima settimana di contagio.

È la prima volta che in Marocco si registra un focolaio epidemico, chiara indicazione che la PPR ha ormai superato la naturale barriera del Sahara e può rappresentare una grave minaccia per tutti i paesi nordafricani.

È tutt’ora sconosciuta l’origine di questa ondata epidemica, ma appare verosimile che la malattia sia stata introdotta dalla circolazione di animali infetti. Per i paesi del Nord Africa, è difficile controllare gli spostamenti degli animali lungo i confini, specialmente nel sud della regione, dove i pastori sono per lo più nomadi.

Rischio di diffusione - In Marocco si stima vi siano 17 milioni di pecore e 5 milioni di capre. Questo patrimonio zootecnico dà da vivere a milioni di famiglie.

Con il mese del Ramadan iniziato a settembre, e le celebrazioni della festa musulmana di Eid al-Adha a dicembre, il commercio di bestiame, in particolare di pecore, aumenterà notevolmente. Senza appropriati meccanismi di controllo, la diffusione del virus potrebbe accelerarsi, avverte la FAO.

Queste epidemie possono portare a serie perdite economiche, aggravate dall’imposizione di strette misure sanitarie, dai controlli sui movimenti del bestiame e dalle restrizioni commerciali. Vi è anche un serio rischio per i Paesi dell’Europa meridionale che mantengono strette relazioni commerciali con il Marocco, in particolare la Spagna.

«Se questo scenario dovesse evolversi verso livelli di mortalità più alti, le condizioni di vita dei pastori saranno seriamente messe a repentaglio. L’impatto economico potrebbe non essere così rilevante come nel caso della peste bovina, ma l’impatto sociale potrebbe essere anche maggiore, se si considera il ruolo svolto dai piccoli ruminanti nella vita socio-economica delle comunità colpite», ha messo in guardia Joseph Domenech, responsabile del servizio veterinario della FAO.

La risposta della FAO - Rispondendo alla richiesta di assistenza delle autorità marocchine, la FAO è subito intervenuta inviando dal 12 al 21 agosto un gruppo di esperti del Centro di Gestione Crisi FAO/OIE nella zona coinvolta per valutare la situazione. Il gruppo di esperti ha fornito la propria assistenza stabilendo misure urgenti di controllo per limitare la diffusione della malattia.

Il Centro di Emergenza per le malattie transfrontaliere degli animali (ECTAD) ha organizzato una riunione di due giorni in Tunisia, il 29 e il 30 agosto, con tutti i responsabili veterinari del Maghreb, che hanno concordato di assistere il Marocco nei suoi sforzi per combattere l’epidemia di PPR. Alla FAO è stato chiesto di aiutare le autorità marocchine a redigere un piano di preparazione all’emergenza, ed assicurare che venga attuato, e a migliorare il coordinamento tra i servizi veterinari del Maghreb con quelli dei vicini Paesi dell’Europa meridionale.

La FAO è adesso impegnata nella formulazione di un progetto urgente di cooperazione tecnica nella regione.

Misure di contenimento - Le misure di prevenzione e di controllo della PPR raccomandate dalla FAO prevedono il controllo degli spostamenti del bestiame, l’istituzione di quarantene nelle fattorie affette o sospette e la profilassi medica (campagne di vaccinazioni nelle zone dove si è sviluppata l’epidemia e nelle zone più a rischio).

Riguardo alla situazione in Nord Africa, l’agenzia ONU inoltre raccomanda che i Paesi:

• Rivedano e aggiornino i piani e le misure di emergenza per le malattie animali.
• Conducano campagne di sensibilizzazione e di informazione nei confronti dei veterinari, dei produttori e dei differenti servizi governativi riguardo alla PPR, ai suoi rischi ed alla sua sintomatologia.
• Promuovano una rapida denuncia dei casi sospetti alle autorità.
• Rinforzino il controllo epidemiologico nelle zone ad alto rischio.
• Migliorino il controllo e gli accertamenti sulle greggi ovine e caprine e istituiscano procedure di monitoraggio degli spostamenti degli animali.

Il controllo e la gestione dei mercati di bestiame e la sorveglianza dei casi sospetti sono di capitale importanza per contenere la diffusione dell’epidemia.