Prezzi alimentari di base fermi. Aumenti solo frutto di speculazione
Dopo il picco del mese di marzo, comunque segnano un 44% in più rispetto a giugno 2007
Secondo gli ultimi dati degli indici alimentari della Fao di metà agosto, in giugno i prezzi dei prodotti alimentari di base non sono aumentati e sono rimasti al medesimo livello del mese di maggio, dopo che per tutto il 2007 e nei primi mesi del 2008 sono sempre aumentati. Dopo il picco del mese di marzo, comunque segnano un 44% in più rispetto a giugno 2007.
Nel contempo, il prezzo del barile di petrolio, non si è solo bloccato come per i prodotti alimentari, ma è calato di diverse decine di Usd e la tendenza sembra continui ad essere questa. Il petrolio/carburante è uno dei componenti maggiori che contribuiscono alla produzione alimentare e generale.
Questo vuol dire che tutti gli aumenti di questi alimentari da giugno in poi, sono solo frutto di speculazione lungo la filiera (dal produttore ai vari mediatori fino al dettagliante) o per ragioni stagionali (periodi di punta nelle zone turistiche, etc.).
E' bene tener presente questa situazione internazionale per meglio capire i prezzi in questo periodo e, soprattutto, quelli che, tornando a casa dopo le vacanze, troveremo sicuramente aumentati. Quando il commerciante alzerà le braccia al cielo invocando «incontrollabili meccanismi» che hanno contribuito a questi aumenti, è bene sapere che ci sta prendendo in giro oppure che lui è vittima (comunque parziale) della filiera che sta a monte del suo approvvigionamento.
Così è in generale, ma non ovunque. Grazie al mercato. Per cui il consumatore ha un'ottima occasione per far valere il proprio potere, cioè quello del non-acquisto: non fermarsi al comodo negozio o supermercato sottocasa, ma dedicare maggiore tempo alla ricerca di luoghi in cui si vendano a minor prezzo quei prodotti che comunque corrispondano alla qualità desiderata.
L'importante è essere consapevoli che non c'è una sorta di «grande fratello» che fa lievitare i prezzi, ma che la situazione è invece questa e che siamo noi consumatori a far guadagnare o meno chi specula in modo eccessivo o seguendo i flussi del mercato.
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