2 maggio 2024
Aggiornato 13:00
Secondo gli ultimi dati degli indici alimentari della FAO di metà agosto

Prezzi alimentari di base fermi. Aumenti solo frutto di speculazione

Dopo il picco del mese di marzo, comunque segnano un 44% in più rispetto a giugno 2007

Secondo gli ultimi dati degli indici alimentari della Fao di metà agosto, in giugno i prezzi dei prodotti alimentari di base non sono aumentati e sono rimasti al medesimo livello del mese di maggio, dopo che per tutto il 2007 e nei primi mesi del 2008 sono sempre aumentati. Dopo il picco del mese di marzo, comunque segnano un 44% in più rispetto a giugno 2007.

Nel contempo, il prezzo del barile di petrolio, non si è solo bloccato come per i prodotti alimentari, ma è calato di diverse decine di Usd e la tendenza sembra continui ad essere questa. Il petrolio/carburante è uno dei componenti maggiori che contribuiscono alla produzione alimentare e generale.
Questo vuol dire che tutti gli aumenti di questi alimentari da giugno in poi, sono solo frutto di speculazione lungo la filiera (dal produttore ai vari mediatori fino al dettagliante) o per ragioni stagionali (periodi di punta nelle zone turistiche, etc.).

E' bene tener presente questa situazione internazionale per meglio capire i prezzi in questo periodo e, soprattutto, quelli che, tornando a casa dopo le vacanze, troveremo sicuramente aumentati. Quando il commerciante alzerà le braccia al cielo invocando «incontrollabili meccanismi» che hanno contribuito a questi aumenti, è bene sapere che ci sta prendendo in giro oppure che lui è vittima (comunque parziale) della filiera che sta a monte del suo approvvigionamento.
Così è in generale, ma non ovunque. Grazie al mercato. Per cui il consumatore ha un'ottima occasione per far valere il proprio potere, cioè quello del non-acquisto: non fermarsi al comodo negozio o supermercato sottocasa, ma dedicare maggiore tempo alla ricerca di luoghi in cui si vendano a minor prezzo quei prodotti che comunque corrispondano alla qualità desiderata.

L'importante è essere consapevoli che non c'è una sorta di «grande fratello» che fa lievitare i prezzi, ma che la situazione è invece questa e che siamo noi consumatori a far guadagnare o meno chi specula in modo eccessivo o seguendo i flussi del mercato.