23 agosto 2025
Aggiornato 07:30
In relazione a quanto riportato in diversi articoli della stampa

Per la Legler inevitabile la gestione giudiziale

«Diversamente da quanto paventato da alcuni, non esiste alcuna ipotesi di scelte a vantaggio dello stabilimento lombardo»

In relazione a quanto riportato in diversi articoli della stampa a proposito della vertenza Legler è necessario fare alcune precisazioni. Il contenuto delle congetture e delle accuse fatte è assolutamente privo di fondamento. Il presidio della Regione sull'evolversi della vertenza e sulle scelte in corso è costante e determinato, con l'interessamento diretto del Presidente Soru e dell'Assessore Rau, come confermato anche nell'ultimo incontro di Roma del 23 luglio scorso.

Diversamente da quanto paventato da alcuni, non esiste alcuna ipotesi di scelte a vantaggio dello stabilimento lombardo. Infatti, la gestione giudiziale della delicata vicenda Legler, resasi inevitabile per l'assenza di un gruppo industriale interessato a salvaguardare il patrimonio aziendale senza ricorrere ad alcuna procedura concorsuale, procede in perfetta sintonia sia per la procedura avviata in Lombardia sia per le parallele procedure relative alle aziende sarde avviate presso i tribunali di Nuoro e Oristano. A breve sono previste le aperture contestuali delle ulteriori fasi delle procedure e le nomine dei Commissari straordinari.

Si tratta di procedure, previste dalla legge Prodi-bis, che, nella fase di valutazione e selezione di serie proposte progettuali di rilancio, garantiscono la miglior tutela per i lavoratori nella prospettiva del riavvio produttivo.
La Regione, inoltre, come già indicato nell'incontro di Roma conferma l'impegno a promuovere con lo Stato un Accordo di programma straordinario quale strumento operativo che individua risorse, misure di incentivazione e sostegno agli investimenti, specialmente innovativi, e forme di sgravio per il richiamo al lavoro dei dipendenti.

La Giunta Regionale, che si è trovata a fronteggiare sin dal suo insediamento una situazione industriale e commerciale già compromessa, ha profuso tutti gli sforzi possibili per tenere in vita le aziende, che, senza l'intervento della Sfirs sarebbero state già definitivamente cessate e liquidate con il fallimento.
Viene comunque ancora da chiedersi dove stavano coloro che hanno sempre soluzioni buone da suggerire, e critiche da spandere, quando, all'inizio della crisi, hanno assistito a scelte avventate, agli investimenti nel 2001 e 2002 nell'azienda marocchina gemella a quella di Ottana, e alle agevolazioni a perdere per tutti.