Sulle missioni all'estero il governo mette la fiducia
Franceschini: «Abbiamo assunto l'impegno di porla solo se inevitabile per garantire la conversione del decreto nei tempi stabiliti. Questa volta diventa inesorabile perché la conversione va garantita per le operazioni internazionali»
ROMA - «Abbiamo interrotto il meccanismo del maxiemendamento con correzioni e voto fiducia, nel governo precedente era accaduto 22 volte». Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, intervenendo in Aula alla Camera dove ha posto la questione di fiducia sul decreto per la proroga delle missioni internazionali, ha rivendicato il cambiamento di stile imposto dal governo Letta.
2 FIDUCIE A 16 - «Rispetto alla tendenza precedente come governo abbiamo significativamente corretto linea, ha sottolineato Franceschini. Da quando è in carica il governo Letta su 16 decreti è stata posta la fiducia in una sola votazione, e come sulla fiducia al Senato sulla legge di stabilità, abbiamo assunto l'impegno di porla solo se inevitabile per garantire la conversione del decreto nei tempi stabiliti» e perciò «questa volta diventa inesorabile perché la conversione va garantita per le missioni internazionali».
DECRETO FERMO DA SETTIMANE - Franceschini ha spiegato: «Il decreto legge è da diverse settimane all'attenzione delle commissioni e dell'aula è stato oggetto di diversi incontri tra governo e gruppi parlamentari nella ricerca di correzioni condivisibili in grado di consentire l'approvazione nei tempi dovuti e far cessare l'atteggiamento negativo delle opposizioni. Incontri che purtroppo non hanno portato a risultati giudicati sufficienti dalle opposizioni, si tratta di una materia molto delicata in cui i margini di trattativa si riducono se si affrontano impegni militari internazionali».
SCADE 9 DICEMBRE - Il ministro ha concluso: «Il decreto scade il 9 dicembre e deve andare al Senato per questi motivi, poniamo la fiducia sul testo delle commissioni, senza modifiche, in attesa che le modifiche regolamentari consentano di evitare questo circuito».
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