8 maggio 2024
Aggiornato 01:30
Il personaggio

Ovan e l'ipotesi del quarto polo: quello che ascolta la gente e guarda ai territori

“Non so cosa farò. Queste sono parole in libertà. Ma è vero che nessuno come i sindaci sanno ascoltare la gente perché sono in trincea h24 e dunque sono in grado di fare proposte vere, al di là dei calcoli di bottega, pardon, dei partiti. Sì, da qui alle Regionali molte cose potrebbero accadere. Io, noi sindaci, non abbiamo nulla da perdere. Altri sì, eccome”

COLLOREDO DI MONTE ALBANO - Tessera del Psi non del Pd, puntualizza. Sindaco al primo mandato a circa 900 euro al mese per lavorare di più e avere responsabilità maggiori rispetto a un consigliere regionale, che si porta a casa quasi otto volte tanto, e per battagliare con i tagli al personale e quelli più politicamente scorretti della Regione. Tagli, quest’ultimi, che peseranno duramente sulle già provate casse comunali. 80 mila euro in meno non sono bruscolini per Comuni come quello di Colloredo di Monte Albano. Ma tant’è! È la logica draconiana del pasticcio giuridico, politico, amministrativo, di merito e di metodo delle Uti. Della serie: o con noi (Regione) o contro di noi (meno entrate dalla Regione medesima).

Già, Luca Ovan, il sindaco operaio (lavora alla Fantoni) come l’ha definito il blogger Leonarduzzi, non ha aderito alle Uti. Ma non ha strillato, non si è incazzato. E soprattutto se n’è stato discosto dalla rabbia dei Comuni ribelli. «Credo – afferma squadernando un galateo istituzionale da prima repubblica – che questioni come questa non debbano essere risolte in via giudiziaria. Ci tengo però a precisare che c’era già la Comunità collinare, composta da 15 comuni che avevano scelto senza imposizione. Di questi 7 hanno aderito alle Uti».

Insomma, Ovan l’eretico, quello che non riesci a ingabbiare dentro ideologie e schieramenti avrebbe un’altra idea. Eccola: «Ridare forza all’ente collinare che è e rimane un consorzio volontario di Comuni e non un’entità imposta dall’alto, chiedendo l’adesione anche a Pagnacco, Cassacco e Tricesimo per dargli ancora più forza e creando così l’asse completa della Collinare». Altro che Uti! Ma non finisce qui. Si dà il caso, infatti che ‘Ovan il barbaro’, come bonariamente accetta di farsi chiamare, guidi un Comune con meno di 3 mila abitanti e dunque potrebbe correre alle regionali senza l’obbligo di doversi dimettere da sindaco.

L’ipotesi, per nulla remota, ha già messo in fibrillazione molti pretendenti al trono della Regione. Consapevoli che Ovan sarebbe sicuramente una presenza scomoda, ingombrante che renderebbe la coperta ancora più corta. Ovan ha ‘benedetto’ l’uscita di Cecotti che ha detto, provocatoriamente, di essere pronto a correre. «Se si candida – precisa – siamo pronti a fare una lista dei sindaci». E quel pronti significa che Ovan sarebbe in buona compagnia a sparigliare le carte di un gioco sempre più al buio. «E se Cecotti non dovesse correre – insiste – non è detto che non ci presenteremo ugualmente. Con chi? Non abbiamo pregiudiziali. Stiamo con chi lavora dal basso».

Ovan e alcuni suoi colleghi potrebbero cioè dare vita a quel quarto polo che ascolta la gente, che guarda ai territori, che non sopporta più anacronistiche divisioni, che non pensa a poltrone, che combatte i personalismi, che sa di nuove povertà, di immigrazione, di lavoro, di disoccupazione, di welfare. E che, come detto, costringerebbe i tanti papabili ad andare in lista a reiterate e massicce dosi di antidepressivi. Ovan l’eretico sorride. E un po’ si gongola al pensiero che una sua candidatura alle regionali potrebbe davvero gettare nel panico moli suoi competitors. «Non so cosa farò – aggiunge –; queste sono parole in libertà. Ma è vero che nessuno come i sindaci sanno ascoltare la gente perché sono in trincea h24 e dunque sono in grado di fare proposte vere, al di là dei calcoli di bottega, pardon, dei partiti. Sì, da qui alle Regionali molte cose potrebbero accadere. Io, noi sindaci, non abbiamo nulla da perdere. Altri sì, eccome».