2 maggio 2024
Aggiornato 21:30
Tempo di bilanci

Un anno in Friuli Venezia Giulia: nel 2018 cala la popolazione, vola l'export

Ottimismo su futuro, ma in regione ora c'è l'ombra delle infiltrazioni camorristiche. Buone notizie invece per la riforma sanitaria e l'export

UDINE - Si chiude un anno particolare per il Friuli Venezia Giulia: il 2018 ha senz'altro lasciato il segno tra maltempo, l'abolizione delle province, la riforma sanitaria e tanti altri dati che fanno ben sperare per il futuro. Non mancano però le ombre, come l'infiltrazione mafiosa nella regione e il calo demografico.

Cosa funziona in Friuli Venezia Giulia

Tra le note positive c'è senz'altro l'export che segna un + 10,8% nei primi mesi del 2018 con 1,1 miliardi in più. Un dato davvero sensazionale. Capitolo abolizione delle province: dopo l'abolizione e il varo delle Uti, la Regione ha disposto la creazione di un altro ente intermedio e ha approvato la nuova riforma sanitaria. Segnali di ottimismo per il nuovo anno. Da segnalare poi il cambio di rotta alla guida della Regione, diventata ora una Regione guidata dalla destra.

Cosa non funziona in Friuli Venezia Giulia

Da segnalare i danni causati dal maltempo: 615 milioni di euro solo nelle infrastrutture pubbliche, 723.000 metri cubi di foreste abbattute. Male anche l'aspetto demografico: continuano a diminuire la popolazione residente (al 1 settembre era pari a 1.215.046 unità, 1.807 in meno rispetto al 1 gennaio 2018) e le nascite (-2,7%). Una delle ombre più pesanti sono però le infiltrazioni mafiose sul territorio, accertate con gli arresti a Trieste nell'ambito della maxi operazione contro i clan casalesi.