5 maggio 2024
Aggiornato 12:30
Miti e leggende

Ambiente: Vito, geodiversità da valorizzare con la speleologia

A Gorizia si è tenuto il convegno "Streghe, orchi e krivapete - le grotte tra miti e leggende", occasione di valorizzazione dell'attività speleologica per l'individuazione di siti dal significativo patrimonio storico e geologico in Friuli Venezia Giulia

GORIZIA - Nel portare il saluto della Regione al secondo convegno 'Streghe, orchi e krivapete - le grotte tra miti
e leggende', svoltasi a Gorizia, l'assessore all'Ambiente ed Energia, Sara Vito, ha ricordato l'attenzione prestata
dall'Amministrazione alle attività speleologiche e alla valorizzazione dell'attività delle associazioni del settore.
Grazie ad esse è stato possibile individuare i siti di interesse speleologico e geologico (geositi) particolarmente significativi nel Friuli Venezia Giulia, che rappresentano un'attrattiva anche sotto il profilo turistico, ancorché rivolta a un pubblico specializzato, in quanto valorizzano la geodiversità del territorio.

L'impegno dei sodalizi speleologici è stato riconosciuto di recente dall'Amministrazione, come ha ricordato l'assessore Vito, attraverso l'approvazione della legge regionale sulla disciplina organica dei geositi e della speleologia, e la costituzione di un tavolo di coordinamento e confronto, che ha consentito di riunire l'intero mondo associazionistico di volontariato del settore.

«Il patrimonio geologico del nostro territorio - ha precisato Vito - costituisce un bene da preservare e valorizzare; così come sono da valorizzare e tramandare le tradizioni e le credenze legate al 'mondo del sottosuolo', che fanno parte del patrimonio della storia e delle tradizioni della nostra gente».
Vito si riferiva alla tradizione orale, trasmessa di generazione in generazione, di famiglia in famiglia, in particolare dai nonni ai nipoti; tradizione, che da secoli riporta emozioni e sensazioni antiche, e ataviche, generate dai luoghi e dai siti di vita. I nostri avi, anche in epoche più recenti, ascrivevano tutto ciò nel quale non trovavano spiegazione al mito e alla leggenda. Mentre nel mondo attuale, i cambiamenti nella società, l'affermazione della scienza e le attività di ricerca che rispondono a numerosi quesiti, anche atavici, dell'essere umano, fanno ricadere nella notte dei tempi le credenze popolari.

Il convegno di Gorizia, che ha richiamato da molte parti d'Italia esperti in speleologia, nella storia, nella ricerca e nella
pratica dei siti sotterranei, era incentrato proprio su questi temi e ha permesso di percorrere usanze, costumi, credenze che sono parte della storia, della identità, del bagaglio di cultura del territorio.
In particolare, si è parlato dei miti generati dagli effetti della particolare conformazione del sottosuolo di alcune aree
della nostra regione, dal fenomeno carsico alle montagne dolomitiche, che ha favorito la formazione di grotte e cavità
nelle quali i nostri antenati vivevano e si rifugiavano dal freddo e dai nemici naturali.
Vito ha rivolto un plauso a quest'attività interessante, ringraziando la Federazione speleologica isontina perché
«attraverso un lavoro di ricerca che si è tradotto in una pubblicazione molto interessante, sta lavorando perché non
vengano dimenticate queste leggende e affinchè se ne mantengano la conoscenza e la memoria»
.