19 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Personaggi

Federica Pellegrini e il monologo a Le Iene: «Se cadi sei un'atleta finita, se stai in piedi sei una principessa sul piedistallo»

La guest star, con Nicola Savino e la Gialappa's Band, ha condotto la sedicesima puntata dello show nella prima serata di Italia1

Federica Pellegrini
Federica Pellegrini Foto: Mediaset

In onda a «Le Iene» il monologo di Federica Pellegrini, in cui la campionessa ha parlato senza mezzi termini agli uomini: a quelli che per tutta la sua vita sportiva l'hanno sempre sostenuta e agli altri che l'hanno sempre giudicata. La guest star, con Nicola Savino e la Gialappa's Band, ha condotto la sedicesima puntata dello show nella prima serata di Italia1.

«Qui molte donne in queste settimane hanno parlato del proprio vissuto e delle proprie idee, e stasera tocca a me. Io non mi sono mai sottratta al confronto: so di avere carattere, e non me ne vergogno. Mi sono sempre battuta per ciò in cui credo, mi sono esposta ed ho difeso le persone che amo, pagandone le conseguenze. Fa parte del gioco. Quindi ho accettato, ci ho pensato, e c'è una cosa che mi ha fatto riflettere in particolare: in tutti questi anni, in cui ho gareggiato contro le donne, perché mi sono dovuta confrontare molto più spesso con gli uomini? Uomini che mi aspettavano al varco sia che vincessi, sia che perdessi. Perché se cadi sei un'atleta finita, e se stai in piedi sei una principessa messa su un piedistallo - ha detto Pellegrini -. Piedistallo che, in ogni caso prima o poi paghi, perché se un uomo vince e ne va giustamente orgoglioso, è un bomber, se una donna vince e ne va giustamente orgogliosa, se la tira. Così stanno tutti in attesa del disastro, tipo 'guardiamo dallo spioncino che succede', che se va male usciamo sul pianerottolo a festeggiare».

«Uomini che giudicavano la mia vita privata, perché se sei un atleta maschio e hai delle relazioni sei un uomo di successo, se sei un'atleta donna e hai delle relazioni sei la mangiauomini - ha continuato Federica Pellegrini -. Come quel figlio di un allenatore di nuoto, che quando ho difeso il mio coach ha twittato 'eh sì, è lui il tuo pene dell'anno'. Una finissima analisi sportiva?che poi mi chiedo, perché il pene dell'anno? È annuale, tipo il bollo della macchina? Uomini che a 16 anni, alla mia prima olimpiade, quando ero alle prese con l'acne come tutte le adolescenti di questo mondo, in radio commentavano 'sarà il testosterone'».

«Quante risate. Uomini che, nel mio lavoro, hanno il diritto alla vittoria perché tutti gli sport che tu, donna, hai iniziato a praticare, li hanno praticati prima loro, li hanno eseguiti meglio loro, li hanno inventati loro. Perché gli sport importanti sono sport da uomini. Perché le cose importanti sono cose da uomini. È tempo di bilanci, e allora stasera a questi uomini dico che se così vi è piaciuto pensarmi così, sono contenta vi siate divertiti, almeno voi. Agli altri uomini, quelli della mia vita, dico grazie per avermi dedicato uno sguardo che ha creduto nei miei occhi, nella mia forza, nella mia bellezza. Sono gli uomini che contano per me: quelli che non hanno bisogno di cose da uomini. Ah, esistono anche donne stronze, è ovvio. Ma mi hanno chiesto di parlare per qualche minuto, non per pochi secondi» ha concluso.