Edward Norton: «Oggi non ci possiamo permettere cinismo e apatia»
La pellicola dell'attore e regista «Motherless Brooklyn - I segreti di una città» ha aperto la quattordicesima edizione della kermesse capitolina
ROMA - E' un noir classico ed elegante, con note sentimentali, «Motherless Brooklyn - I segreti di una città», il film di Edward Norton che ha aperto la 14. edizione della Festa del cinema di Roma, applaudito alla proiezione per la stampa. Ispirato al romanzo di Jonatham Lethem, è ambientato nella New York degli anni '50 e tocca temi come potere, corruzione, politica, razzismo, bene comune e interessi privati. «Il romanzo di Jonathan è fantastico, ma è soprattutto la storia di un personaggio, io ho puntato a mantenerne il nucleo emotivo ma l'ho portato a fare un'avventura politica più profonda» ha affermato Norton alla presentazione del film alla stampa, dove era accompagnato dalla coprotagonista Gugu Mbatha-Raw.
Non possiamo permetterci apatia e cinismo
In questo secondo film da regista, infatti, Norton interpreta Lionel Essrog, solitario investigatore privato affetto dalla sindrome di Tourette, che indaga sull'omicidio del suo mentore e unico amico, e scopre, fra locali di jazz di Harlem e bassifondi di Brooklyn, cosa si cela dietro il futuro di New York. «Lui all'inizio è passivo, poi si rende conto che deve lottare. - ha detto l'attore-regista - Ognuno di noi si deve rendere conto che le difficoltà non sono una scusa per essere passivi di fronte a ciò che succede. Oggi non ci possiamo permettere cinismo e apatia». Il potere e tutti i mezzi, anche illeciti, per ottenerlo e conservarlo, è l'altro protagonista del film. «Nell'era delle democrazie liberali tutti noi abbiamo investito sull'idea che il popolo abbia il potere. - ha affermato Norton - Ma c'è sempre l'idea di una spinta, una minaccia, in senso contrario: di persone che ci strappano questo potere. C'è una specie di ombra, per questo bisogna vigilare».
Sono un attore «avido»
Il regista ha spiegato di aver scelto di fare questo film anche perché è «un attore avido e non ci sono molte parti così: è un personaggio memorabile, ricollegato alla grande storia sociale di New York, che amo molto ma dove ci sono cose disfunzionali. - ha detto - Fondere il personaggio e la storia più profonda era un puzzle complesso». In merito al personaggio femminile del film ha affermato: «Molte volte nei noir le donne sono parte della corruzione, lui non è il classico duro del noir, e lei lo porta ad essere meno passivo». Norton ha sottolineato l'importanza della musica nel film, una fusione di stili diversi, da quella contemporanea di Thom Yorke al jazz. Infine, a proposito della supposta polemica con Steven Spielberg a proposito del dualismo tra Netflix e la sala, il regista ha tagliato corto: «Spielberg è uno dei miei mentori e amici, alcuni giornali diffondono polemiche che non esistono: era solo una conversazione ironica tra me e un'altra persona».
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