Carlo Cracco perde una stella Michelin
E' la fine di un'era o semplicemente un giudizio di qualità? Quel che è certo è che non capita spesso che la Rossa tolga quello che è stato conquistato

MILANO – Il verdetto di Guida Michelin sui ristoranti stellati italiani parla chiaro: è Roma la città più stellata d'Italia e contemporaneamente è Milano a perdere qualche stella illustre. Sono due divi della cucina ad avere la peggio: i ristoranti di Carlo Cracco e Claudio Sadler perdono la seconda stella Michelin e fanno subito scalpore. Sono davvero pochi i ristoranti che si vedono declassare nella guida e quindi la perdita della stella già di per sè è un evento tutt'altro che positivo. Cosa c'è di diverso questa volta è presto detto, Cracco è il volto di una generazione. Oltre che il proprio ristorante lo chef rappresenta un intero mondo: da Masterchef agli spot in tv, è il simbolo della boom della cucina in tv. Prima di lui l’alta cucina era di nicchia, adesso invece è entrata nelle case di tutti gli italiani e sulle copertine dei magazine di tutto il Bel Paese. Ed è il viso di Carlo Cracco che simboleggi un'intera categoria. Sarà la fine di un'era?
UN VERDETTO TUTTO DA INTERPRETARE - Se Carlo Cracco cucini o meno peggio di prima rimane un mistero da risolvere. Molto spesso le decisioni della Guida Michelin sono tutte da decifrare e anche i pronostici più certi vengono regolarmente disattesi. C'è chi pensa che Cracco sia stato punito per la presenza televisiva e l’assenza dalla cucina ma resta una tesi tutta da confermare. Quello che sicuramente la Guida Michelin fa è descrivere la realtà, gastronomica e culturale del Paese. Forse è la fine di un'epoca oppure forse no. Intanto Cracco ha portato alla ribalta un mondo che era considerato da pochi e in barba alle stelle perse a breve aprirà il suo nuovo ristorante in Galleria Vittorio Emanuele.
IL MERITATO TRE STELLE - C'è anche chi le stelle se le guadagna. E' arrivato il nono ristorante tre stelle: il St. Hubertus di Norbert Niederkofler a San Cassiano. Un piccolo locale dell'Alta Badia, dedicato al santo protettore della caccia. Se si è tra i fortunati che riescono a prenotare uno degli 11 tavoli, ecco qualche pietanza da non perdere: la tartare di coregone, il maialino da latte e spinaci con sandwich di testina, il riso al latte, albicocche e fiori di sambuco. Niederkofler va ad affiancare gli altri otto big della cucina italiana: Enrico Crippa ad Alba, i fratelli Cerea nella Bergamasca, la famiglia Santini nel Mantovano, Niko Romito in Abruzzo, Anna Feolde Pinchiorri a Firenze, Massimo Bottura a Modena, Heinz Beck a Roma, Massimiliano Alajmo in provincia di Padova. Tra i primi a complimentarsi con il neo eletto ci sono stati Cracco e Sadler.
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