26 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Alimenti infuocati

Ecco il peperoncino più piccante al mondo: può uccidere

E’ stato creato il peperoncino più piccante al mondo. Lo è così tanto che non solo infuoca la bocca ma, a quanto pare, è così potente da essere addirittura potenzialmente mortale.

Un peperoncino molto piccante
Un peperoncino molto piccante Foto: Shutterstock

E’ da sempre una sfida tra i produttori di peperoncino per trovare quello che può ambire al titolo di peperoncino più piccante al mondo. Ora, un agronomo del Galles pare esserci riuscito. Solo che è così piccante da uccidere!

Eccolo il peperoncino infuocato
Si chiama ‘Dragon’s Breath’ (Alito di Drago), e il nome non potrebbe essere più che azzeccato. La sua piccantezza, pensate un po’ vale un punteggio di 2,48 milioni sulla scala di piccantezza Scoville. Un punteggio altissimo, se si conosce come funziona questa scala. Per esempio, si pensi che un tipico peperoncino calabrese ha un punteggio tra le 15.000 e le 30.000 unità Scoville. Un peperoncino Habanero Red, invece si aggira tra le 350.000 e le 850.000 unità.

Nato per caso
Il peperoncino Dragons’ Breath in origine non era stato creato per battere un record di piccantezza, si apprende, ma soltanto per essere più bello esteticamente. Il fatto di essere invece risultato così estremamente piccante è, per così dire, un effetto collaterale.

Mortale!
Bellezza o meno, il risultato finale però è che Dragons’ Breath può essere mortale. Secondo gli esperti, infatti, mangiarne uno intero potrebbe causare uno shock anafilattico che blocca le vie respiratorie e causa morte per soffocamento. Insomma, c’è poco da scherzare. A testimoniare della sua incredibile piccantezza è il dottor Mike Smith, coordinatore del gruppo di ricerca della Nottingham Trent University dove è stato creato il peperoncino. Lui ha infatti dichiarato di averlo soltanto appoggiato sulla suo lingua – senza ovviamente mangiarlo – e di avere provato un dolore e un bruciore insopportabili. Le sue applicazioni, dunque, secondo i ricercatori potrebbero rivelarsi utili in medicina e anestesia… ma di certo non in cucina.